L’economia della cultura e delle industrie creative rappresenta un settore in forte crescita, riconosciuto a livello internazionale per il suo ruolo centrale nei processi di crescita economica e nella diffusione delle innovazioni. Questo ambito abbraccia una vasta gamma di settori, dalle arti visive alla musica, dalla letteratura all’architettura, comprendendo sia le espressioni culturali tangibili che quelle intangibili.

Una svolta importante nel riconoscimento e nella valorizzazione della cultura è avvenuta nel 1982, con la Dichiarazione dell’UNESCO adottata dalla Conferenza Mondiale sulle Politiche Culturali, che ha ridefinito il termine “cultura” in un senso più ampio. Questa nuova definizione considera la cultura come l’insieme delle caratteristiche spirituali, materiali, intellettuali ed emozionali che caratterizzano una società o un gruppo sociale, non limitandosi alle sole arti e lettere ma includendo anche i modi di vita, i diritti fondamentali dell’essere umano, i suoi sistemi di valori e tradizioni.
La cultura, secondo questa visione, rappresenta un fattore essenziale che rende l’uomo un essere razionale, dotato di giudizio critico e senso morale, permettendogli di esprimersi, diventare cosciente di sé, riconoscere le proprie limitazioni e creare opere che superano queste ultime. Questo approccio “basato sui diritti” ha aperto la strada a un nuovo modo di considerare e valorizzare la cultura, spingendo verso un approccio economico al settore.
In Europa, il Programma Europa Creativa, adottato dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea nel 2013, ha definito i settori culturali e creativi in termini molto ampi, includendo attività basate su valori culturali o espressioni artistiche e creative, indipendentemente dalla loro orientazione al mercato o dalla struttura che le realizza. Questi settori includono, tra gli altri, architettura, artigianato artistico, audiovisivi, patrimonio culturale materiale e immateriale, design, festival, musica, letteratura, arti dello spettacolo, editoria, radio e arti visive.
Il ruolo dell’Unione Europea come finanziatore pubblico di cooperazione allo sviluppo è fondamentale, con un impegno sostanziale di risorse destinate a supportare il settore culturale e creativo in diversi paesi, particolarmente nei paesi ACP (Africa, Caraibi e Pacifico). Questi finanziamenti, di natura pubblica, mirano a incentivare l’innovazione culturale, in particolare tra i giovani, creare nuovi impieghi, aumentare i ricavi degli artisti e dei professionisti, e migliorare la qualità e la presenza della produzione culturale sui mercati internazionali.
In termini economici, il settore culturale e creativo genera significativi flussi di spesa, sia da soggetti privati che pubblici. La comprensione delle dimensioni economiche delle attività culturali e creative è cruciale, sia per chi possiede conoscenze iniziali in campo economico che per chi si avvicina per la prima volta a questo settore. L’analisi delle dinamiche economiche della cultura e delle industrie creative include l’esame di questioni come la domanda e i flussi di spesa, con riferimento a dati e statistiche sia a livello nazionale che internazionale.
Possiamo affermare che, l’economia della cultura e delle industrie creative rappresenta un settore dinamico e in continua evoluzione, che gioca un ruolo fondamentale nella crescita economica e nell’innovazione a livello globale. Questo settore merita un’attenzione particolare sia per il suo impatto economico che per il suo valore intrinseco nella definizione dell’identità umana e sociale.