Mercoledì, i mercati finanziari cinesi hanno subito un forte scossone, con lo yuan e le azioni in calo significativo. La prospettiva di un nuovo mandato presidenziale di Donald Trump, accompagnato da un Congresso controllato dai repubblicani, ha sollevato preoccupazioni su future tensioni commerciali e tecnologiche tra Stati Uniti e Cina.

Gli Impatti Immediati sul Mercato
Al termine delle contrattazioni in Cina, i mercati azionari hanno registrato un netto calo. L’indice CSI300 delle blue-chip è sceso dello 0,5%, mentre l’indice Hang Seng di Hong Kong, che riflette il sentiment degli investitori internazionali, ha perso il 2,3%. Le azioni delle aziende tecnologiche cinesi quotate a Hong Kong, tra cui JD.com e Alibaba, hanno subito un duro colpo, scendendo ciascuna del 4%.
La causa principale di queste turbolenze è legata alla promessa elettorale di Trump di reimporre tariffe sui beni cinesi, una mossa che potrebbe aumentare ulteriormente la pressione sull’economia cinese, già provata da anni di rallentamenti. “I mercati si stanno concentrando soprattutto sulla possibilità di nuovi dazi, poiché sono una leva che il presidente può attivare facilmente con un ordine esecutivo,” ha spiegato Rong Ren Goh, gestore di portafoglio di Eastspring Investments.
Tensioni Crescenti su Tecnologia e Commercio
Durante la sua precedente presidenza, Trump aveva imposto pesanti dazi sulle importazioni cinesi e limitato l’accesso della Cina a tecnologie avanzate. Gli esperti prevedono che politiche simili potrebbero tornare in gioco, con ulteriori sanzioni contro entità cinesi e restrizioni tecnologiche che potrebbero compromettere lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e altre innovazioni strategiche. Kenny Ng, stratega di China Everbright Securities International, ha osservato: “Sebbene entrambi i candidati siano probabilmente aggressivi nei confronti della Cina, Trump è meno prevedibile, e ciò crea incertezza tra gli investitori.”
Una Ripresa Minacciata
Il mercato azionario cinese stava iniziando a mostrare segnali di ripresa, supportato da tagli ai tassi di interesse e stimoli economici lanciati da Pechino. L’indice CSI300 è cresciuto di oltre il 20% da fine settembre, ma una vittoria di Trump potrebbe invertire questa tendenza. I settori tecnologico, manifatturiero e delle esportazioni potrebbero subire contraccolpi significativi se le politiche tariffarie aggressive fossero reintrodotte.
Nonostante l’attenzione sulle elezioni americane, i mercati cinesi sono in attesa di ulteriori stimoli interni. La riunione del Comitato Permanente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, in programma dal 4 all’8 novembre, sarà cruciale per capire quali misure saranno adottate per sostenere l’economia cinese. “Gli investitori locali sono più interessati a vedere se arriveranno politiche di stimolo incisive,” ha dichiarato Ng.
Lo Yuan in Discesa e il Ruolo delle Banche Statali
Parallelamente, lo yuan ha subito una notevole svalutazione. Lo yuan offshore è sceso di oltre l’1% rispetto al dollaro, toccando il livello più basso da metà agosto. La versione onshore ha perso più dello 0,8%, costringendo le principali banche statali cinesi a intervenire vendendo dollari per evitare un indebolimento eccessivo della valuta.
Politiche Inflazionistiche e Rischi Economici
Le politiche tariffarie e fiscali promesse da Trump potrebbero avere effetti inflazionistici, mantenendo elevati i tassi di interesse negli Stati Uniti e creando pressione sulle valute dei principali partner commerciali, compresa la Cina. Durante il primo mandato di Trump, lo yuan si era già svalutato del 5% rispetto al dollaro con l’introduzione delle tariffe statunitensi nel 2018, subendo ulteriori perdite man mano che le tensioni aumentavano.
In conclusione, la possibilità di un nuovo mandato presidenziale di Trump sta creando turbolenze e incertezza nei mercati cinesi, con gli investitori che adottano un approccio difensivo mentre attendono di vedere come si evolveranno le politiche commerciali e i nuovi stimoli economici. La situazione resta fluida, e il futuro delle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Cina rimane in bilico.