La figura del Dirigente Scolastico, spesso chiamato semplicemente “preside”, è il fulcro di ogni istituzione educativa. Non è solo un ruolo amministrativo, ma una posizione di leadership, visione e grande responsabilità. Molti docenti, dopo anni di esperienza in classe, ambiscono a questo incarico, ma il cammino per diventare dirigente scolastico è selettivo e ben definito, richiedendo un mix di requisiti specifici e il superamento di un concorso rigoroso.
I Requisiti Fondamentali: Anzianità e Titoli di Studio
Per poter anche solo pensare di presentare la domanda per il concorso a dirigente scolastico, bisogna rispondere a criteri di base molto chiari, stabiliti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Il primo, e forse più importante, è l’anzianità di servizio: l’aspirante dirigente deve aver prestato servizio di almeno cinque anni (un requisito recentemente confermato, valido anche per il servizio pre-ruolo e nelle scuole paritarie) presso le istituzioni scolastiche ed educative del sistema nazionale di istruzione. Questo periodo si intende come effettivo, con una durata di almeno 180 giorni per anno o ininterrotto dal 1 febbraio fino al termine delle operazioni di scrutinio finale.
A questo si aggiunge la necessità di essere in possesso di un contratto a tempo indeterminato come personale docente o educativo, con la conferma in ruolo già ottenuta, superando quindi l’anno di prova.

Per quanto riguarda i titoli di studio, è obbligatorio possedere almeno uno dei seguenti:
- Laurea magistrale o specialistica.
- Diploma di laurea conseguito secondo gli ordinamenti previgenti al DM 509/1999.
- Diploma accademico di secondo livello rilasciato dalle istituzioni AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica).
- Diploma accademico di vecchio ordinamento congiunto con diploma di istituto secondario superiore.
Questi paletti d’accesso assicurano che solo il personale con una comprovata esperienza sul campo e una solida preparazione accademica possa accedere alla selezione.
Il Concorso: Un Treno Selettivo a Tappe Forzate
Il vero “rito di passaggio” è il corso-concorso selettivo di formazione, bandito periodicamente dal MIM. La selezione si articola tipicamente in diverse fasi, tutte estremamente impegnative:
- Eventuale Prova Preselettiva: Se il numero di candidati supera di molto i posti disponibili (ad esempio, se è più di tre volte il numero dei posti banditi, come stabilito in concorsi precedenti), si svolge una prova preselettiva a risposta multipla. Questa prova è un primo sbarramento, mirato a scremare i candidati basandosi sulle aree tematiche del programma.
- Prova Scritta: Superata la preselezione, la prova scritta richiede un livello di preparazione approfondito. Tipicamente, è strutturata con quesiti a risposta aperta su otto ambiti disciplinari chiave che vanno dalla normativa scolastica (D.Lgs. 165/2001, D.P.R. 275/1999) alla contabilità, dalla gestione delle risorse umane alle modalità di conduzione delle organizzazioni complesse. A ciò si aggiungono quesiti in lingua inglese a livello B2 del QCER (Quadro Comune Europeo di Riferimento). Ad esempio, nel concorso 2023, la prova scritta prevedeva 5 quesiti a risposta aperta e 2 quesiti in lingua inglese. Una solida conoscenza del diritto scolastico, dell’autonomia e della dirigenza pubblica è cruciale in questa fase.
- Prova Orale: Consiste in un colloquio approfondito sulle stesse materie della prova scritta. Il candidato deve dimostrare non solo di conoscere la teoria, ma anche di saper risolvere un caso concreto tipico della funzione dirigenziale (un esempio classico potrebbe riguardare la gestione di un conflitto tra docenti o l’implementazione di un nuovo PTOF). Vengono anche accertate la padronanza della lingua inglese (livello B2) e le competenze informatiche e digitali (TIC).
- Valutazione dei Titoli: I titoli di studio, le certificazioni linguistiche (come un C1 o C2 in inglese, che può aggiungere punteggio) e le esperienze professionali e di formazione aggiuntive vengono valutati per determinare la posizione finale in graduatoria.
La Formazione e l’Incarico: Dal Corso al Ruolo
I candidati che superano le prove concorsuali non sono subito Dirigenti Scolastici. Accedono al corso di formazione dirigenziale e tirocinio, che rappresenta la fase finale e professionalizzante. Questo percorso, della durata complessiva di 8 mesi (ad esempio 4 mesi di corso più 4 di tirocinio), fornisce una preparazione intensiva sugli aspetti giuridici, amministrativi, contabili e gestionali che caratterizzano il ruolo.
Al termine, è previsto un colloquio finale con una commissione. Solo il superamento di questa ultima verifica porta all’inserimento nella graduatoria di merito regionale. I vincitori vengono assunti e assegnati a una sede vacante, assumendo l’incarico di Dirigente Scolastico.
La Responsabilità e la Retribuzione del Dirigente
Essere dirigente scolastico significa essere il legale rappresentante dell’istituzione, responsabile della gestione unitaria, dell’organizzazione e del buon funzionamento della scuola. Non è un lavoro da $40$ ore settimanali; come ha sottolineato l’Associazione Nazionale Presidi (ANP), il ruolo richiede dedizione costante e una forte capacità decisionale.
A fronte di tale responsabilità, la retribuzione è strutturata in una parte fissa (stipendio tabellare e retribuzione di posizione fissa) e una parte variabile (retribuzione di posizione variabile e retribuzione di risultato). Lo stipendio annuo lordo di un dirigente scolastico varia in Italia in base alla complessità dell’istituto e alla Regione, ma si aggira tipicamente tra 70.000 e 95.000 euro lordi annui (dati che si aggiornano con i CCNL di categoria). Un preside appena nominato potrebbe iniziare con un netto mensile intorno ai 3.600 euro, che può salire fino a 4.800-5.000 euro netti per i dirigenti più esperti che gestiscono scuole di alta complessità e raggiungono risultati significativi.
In sintesi: l’Azione da Intraprendere
Per chi è un docente di ruolo e medita il salto, l’azione da intraprendere è chiara: non attendere l’uscita del bando, ma iniziare subito a consolidare i 5 anni di servizio richiesti e a studiare in modo mirato. Il successo in questo percorso dipende da una preparazione meticolosa e dalla capacità di dimostrare non solo conoscenza, ma anche una vera attitudine alla leadership educativa e alla gestione organizzativa.
Domande Frequenti (FAQ)
Qual è l’esperienza minima richiesta per partecipare al concorso?
È necessario aver prestato almeno cinque anni di servizio (che si intendono per anno intero) come personale docente o educativo, anche in servizio pre-ruolo o in scuole paritarie. Inoltre, si deve essere assunti con contratto a tempo indeterminato e aver superato l’anno di prova, ottenendo la conferma in ruolo.
La laurea è un requisito sufficiente per l’accesso?
Non tutte le lauree sono valide. È richiesto il possesso di una laurea magistrale, specialistica o del vecchio ordinamento, oppure un diploma accademico di secondo livello (AFAM). Questo titolo deve essere abbinato ai cinque anni di servizio e al ruolo a tempo indeterminato.
In cosa consiste la prova orale del concorso?
La prova orale è un colloquio approfondito sulle materie d’esame, ma la parte cruciale è la risoluzione di un caso pratico per valutare le capacità gestionali e di problem solving del candidato. Vengono inoltre accertate le competenze informatiche e la conoscenza della lingua inglese (livello B2).
Quanto guadagna in media un Dirigente Scolastico in Italia?
Lo stipendio annuo lordo varia in base alla complessità dell’istituto e alla Regione, ma si attesta in una forbice tra 70.000 e 95.000 euro. Questa cifra include lo stipendio tabellare, la retribuzione di posizione (fissa e variabile) e la retribuzione di risultato, quest’ultima legata agli obiettivi raggiunti.
