Dazi USA e inflazione: quali saranno gli effetti sulle aspettative a lungo termine?

Redazione Campania

L’introduzione di nuovi dazi doganali da parte degli Stati Uniti sta già generando impatti tangibili sulle aspettative di inflazione, sia da parte delle aziende che dei consumatori. Diverse imprese segnalano un aumento dei costi operativi e stanno valutando ritocchi ai prezzi di vendita per compensare le nuove tariffe, alimentando così il dibattito sull’andamento dell’inflazione nei prossimi mesi.

Dazi USA e inflazione quali saranno gli effetti sulle aspettative a lungo termine

Dazi e rincari: un effetto domino sui prezzi

Le tariffe commerciali, soprattutto se imposte su larga scala, sono considerate dagli economisti uno shock esogeno ai prezzi, in grado di generare un’impennata temporanea dell’inflazione. In un contesto già segnato da anni di pressione inflazionistica, questo nuovo impulso potrebbe incidere anche sulle aspettative a lungo termine, modificando le strategie di investimento e le decisioni delle banche centrali.

Inflazione: cosa indicano gli strumenti finanziari?

Uno degli indicatori più osservati dagli investitori è rappresentato dagli inflation swap, strumenti derivati che permettono di proteggersi da variazioni dei prezzi nel tempo. Attualmente, questi strumenti suggeriscono che l’inflazione per il prossimo anno si attesterà intorno al 3%, per poi stabilizzarsi al 2,5%, una soglia che riflette le previsioni pre-Trump.

Questa dinamica lascia intuire che il mercato, al momento, considera lo scenario attuale come un aumento temporaneo dei prezzi, in linea con un classico shock tariffario di breve periodo.

Le preoccupazioni delle banche centrali

Tuttavia, non mancano segnali di allerta. Alberto Musalem, presidente della Federal Reserve di St. Louis, ha dichiarato che gli effetti dei dazi potrebbero non essere così effimeri come previsto, a causa dei cosiddetti effetti di secondo impatto, ossia l’autoalimentazione delle aspettative inflazionistiche da parte di imprese e consumatori.

Anche Austan Goolsbee, a capo della Fed di Chicago, ha sottolineato che un eventuale aumento delle aspettative inflazionistiche a lungo termine potrebbe rappresentare un campanello d’allarme per la politica monetaria, benché al momento i dati non suggeriscano tale deriva.


Conclusione

Per ora, gli analisti concordano sul fatto che l’impatto dei dazi sull’inflazione sarà probabilmente transitorio, ma il contesto resta fragile. Le prossime settimane saranno cruciali per capire se le previsioni resteranno ancorate o se si assisterà a una revisione al rialzo delle aspettative, con possibili ripercussioni su tassi d’interesse e stabilità economica.

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