Bonus Sud e ZES Unica: le differenze chiave per le imprese del Mezzogiorno

Infografica che illustra la differenza e il passaggio dal Bonus Sud alla ZES Unica per gli investimenti nel Mezzogiorno

Il panorama degli incentivi per le imprese che investono nel Sud Italia è stato recentemente ridisegnato. Se fino al 2023 si parlava principalmente di “Bonus Sud”, dal 1° gennaio 2024 è entrata in scena la “ZES Unica”, una novità che ha modificato le regole del gioco. Ma quali sono, in concreto, le differenze tra queste due misure? Capirlo è fondamentale per orientare correttamente gli investimenti e cogliere le migliori opportunità.

La differenza sostanziale risiede nel fatto che la ZES Unica ha di fatto assorbito e sostituito il precedente Bonus Sud, introducendo un quadro normativo unificato per tutto il Mezzogiorno. Non si tratta di due misure alternative, ma di un’evoluzione voluta dal legislatore per creare un’area economica speciale estesa e omogenea.

Infografica che illustra la differenza e il passaggio dal Bonus Sud alla ZES Unica per gli investimenti nel Mezzogiorno

Cos’era il Bonus Sud (Credito d’imposta per il Mezzogiorno)

Il Bonus Sud, noto anche come Credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, è stato per anni il principale strumento a sostegno delle aziende localizzate in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. L’agevolazione consisteva in un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi, come macchinari, impianti e attrezzature.

L’intensità del credito variava in base alla dimensione dell’impresa e alla regione:

  • 45% per le piccole imprese in Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
  • 35% per le medie imprese nelle stesse regioni.
  • 25% per le grandi imprese.
  • Per l’Abruzzo e il Molise, le aliquote erano ridotte, rispettivamente al 30%, 20% e 10%.

Questa misura, prorogata più volte, ha cessato la sua efficacia il 31 dicembre 2023, per lasciare spazio al nuovo regime della ZES Unica.

La ZES Unica: un cambio di passo per il Sud

Con il Decreto Legge n. 124/2023, il Governo ha istituito la Zona Economica Speciale (ZES) Unica per il Mezzogiorno. Questa nuova area comprende tutti i territori delle otto regioni meridionali (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna), superando la precedente frammentazione in otto diverse ZES territoriali.

All’interno di questa macro-area, è stato introdotto un nuovo credito d’imposta, che rappresenta la vera e propria evoluzione del Bonus Sud. La ZES Unica offre un’agevolazione per l’acquisizione di beni strumentali nuovi, inclusi terreni e l’acquisto o la costruzione di immobili strumentali, una novità importante rispetto al passato. Il valore di terreni e immobili non può comunque superare il 50% dell’investimento totale.

Le aliquote del credito d’imposta ZES Unica sono state modulate secondo la nuova “Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027”, con intensità differenziate:

  • Regioni “in transizione” (Molise, Basilicata, Sardegna): 50% per le piccole imprese, 40% per le medie, 30% per le grandi.
  • Aree specifiche come Taranto e il Sulcis beneficiano di aliquote potenziate.
  • Regioni più sviluppate (Abruzzo): 35% per le piccole imprese, 25% per le medie, 15% per le grandi.
  • Per le imprese di Calabria, Campania e Puglia, l’aliquota ordinaria è fissata al 40%, con maggiorazioni per le PMI. Per le piccole imprese può arrivare fino al 60%.

Un aspetto cruciale della ZES Unica è la semplificazione amministrativa. È stato introdotto uno Sportello Unico Digitale (S.U.D. ZES) per velocizzare le procedure autorizzative, un elemento che mira a rendere più attrattivi gli investimenti.

Le differenze in sintesi

CaratteristicaBonus Sud (fino al 31/12/2023)ZES Unica (dal 01/01/2024)
Ambito TerritorialeRegioni del Mezzogiorno.Un’unica area che comprende tutte le 8 regioni del Sud.
Beni AgevolabiliMacchinari, impianti, attrezzature nuove.Beni strumentali nuovi, inclusi terreni e immobili strumentali (fino al 50% dell’investimento).
AliquoteFino al 45% a seconda di regione e dimensione aziendale.Fino al 60% per le piccole imprese in alcune aree, con intensità modulate dalla nuova Carta degli Aiuti.
ProceduraInvio del modello di comunicazione CIM all’Agenzia delle Entrate.Comunicazione telematica all’Agenzia delle Entrate tramite software specifico e iter semplificato tramite Sportello Unico Digitale.
NormativaLegge di Stabilità 2016 e successive proroghe.Decreto Legge n. 124/2023.

In definitiva, la ZES Unica non è un’alternativa al Bonus Sud, ma la sua naturale evoluzione in una logica di sistema. L’obiettivo è superare la frammentazione e offrire un pacchetto integrato di agevolazioni fiscali e semplificazioni procedurali per attrarre grandi investimenti e favorire la crescita strutturale del Mezzogiorno.


Domande Frequenti (FAQ)

Qual è la principale novità della ZES Unica rispetto al Bonus Sud? La novità più rilevante è la creazione di un’area economica speciale unica per tutto il Mezzogiorno, superando la divisione precedente. Inoltre, sono stati inclusi tra i beni agevolabili anche i terreni e gli immobili strumentali, e sono state introdotte significative semplificazioni amministrative attraverso lo Sportello Unico Digitale.

Le aliquote del credito d’imposta sono più vantaggiose con la ZES Unica? In generale, sì. Le aliquote massime previste dalla ZES Unica, specialmente per le piccole imprese in determinate aree, possono raggiungere il 60%, superando il tetto del 45% del vecchio Bonus Sud. Le percentuali sono state ricalibrate secondo la nuova Carta degli aiuti a finalità regionale, risultando spesso più favorevoli.

Una impresa che ha beneficiato del Bonus Sud può accedere alla ZES Unica? Assolutamente sì. Le due misure non sono in conflitto, ma in successione temporale. Un’impresa che ha realizzato investimenti agevolati con il Bonus Sud fino al 31 dicembre 2023 può presentare domanda per il nuovo credito d’imposta ZES Unica per gli investimenti effettuati a partire dal 1° gennaio 2024.

Quali sono i requisiti per mantenere il beneficio della ZES Unica? Un requisito fondamentale è che l’impresa beneficiaria deve mantenere la propria attività nella ZES Unica per almeno cinque anni dopo il completamento dell’investimento. In caso contrario, si decade dal beneficio e si è tenuti a restituire il credito d’imposta fruito, maggiorato degli interessi.

By Redazione Campania

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