Dire “grazie” a ChatGPT danneggia l’ambiente? Il dibattito sull’educazione digitale

Redazione Campania

Oggi la gentilezza è sempre più rara ed una dichiarazione sorprendente ha acceso un acceso dibattito online: dire “per favore” o “grazie” a ChatGPT potrebbe avere un impatto sull’ambiente. Ma è davvero così? E quali sono le conseguenze per la nostra comunicazione quotidiana?

Dire grazie a ChatGPT danneggia ambiente

Essere educati con l’IA consuma più energia?

Tutto è partito da un’affermazione del CEO di OpenAI, Sam Altman, secondo cui la gentilezza degli utenti verso i chatbot come ChatGPT comporterebbe costi economici e ambientali significativi. A quanto pare, più è lungo il messaggio dell’utente, maggiore è la potenza di calcolo richiesta per elaborarlo — con conseguente aumento del consumo energetico nei data center.

Una frase cortese in più, quindi, potrebbe sembrare ininfluente, ma moltiplicata per milioni di interazioni quotidiane può trasformarsi in un costo notevole, anche per l’ambiente.

Educazione vs sostenibilità: un nuovo dilemma etico

Il messaggio di Altman ha scatenato un’ondata di reazioni. In un sondaggio durato solo 20 minuti, oltre 15.000 utenti hanno espresso la loro opinione: quasi la metà ha dichiarato di rivolgersi sempre o spesso in modo gentile all’intelligenza artificiale, mentre solo l’11% ha ammesso di non usarla affatto.

Questo apre un interrogativo morale: dobbiamo davvero rinunciare alla cortesia digitale per salvaguardare l’ambiente?

Il parere degli esperti: essere gentili conviene (ancora)

Lo psicologo del lavoro Christian Fichter invita a non farsi prendere dal panico. Secondo lui, l’impatto ambientale di qualche parola in più è trascurabile. Al contrario, l’energia consumata dagli strumenti di intelligenza artificiale viene spesso compensata dai benefici in termini di produttività ed efficienza.

Fichter sottolinea che la gentilezza fa parte della natura umana: siamo portati ad attribuire caratteristiche umane anche alle macchine — basti pensare a come reagiamo davanti a una stampante inceppata. ChatGPT, al contrario, risponde con linguaggio umano, il che rafforza la tendenza a trattarlo con cortesia.

Perché dovremmo insegnare ai nostri figli a essere gentili anche con le macchine?

Secondo Fichter, l’educazione non dovrebbe essere rivolta solo all’interlocutore, ma riflettere chi siamo come persone. Insegnare ai più giovani a mantenere un atteggiamento rispettoso, anche con un’intelligenza artificiale, contribuisce a rafforzare buone abitudini comunicative nella vita reale.

Meglio essere gentili… non si sa mai

Infine, Fichter chiude con un pensiero semiserio ma interessante: in un futuro in cui l’intelligenza artificiale potrebbe assumere un ruolo sempre più centrale — fino a decidere della nostra vita o morte, scherza lo psicologo — forse non sarebbe male essere stati gentili fin dall’inizio.

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