L’economia della zona euro a novembre 2023 si presenta come un quadro di modesta ripresa, in seguito a un anno impegnativo. Secondo le previsioni economiche dell’autunno 2023, si prevede un aumento del PIL dello 0,6% per la zona euro nel 2023, seguito da un incremento dell’1,2% nel 2024 e dell’1,6% nel 2025. L’inflazione nell’Unione Europea dovrebbe attestarsi al 6,5% nel 2023, ma si prevede che scenderà al 3,5% nel 2024.

Nonostante gli alti tassi di interesse, che hanno reso più costoso il prestito e ridotto la propensione all’acquisto di case, il tasso di disoccupazione nell’UE dovrebbe rimanere stabile al 6,0% nel 2023 e nel 2024. Con l’inflazione in calo, i redditi in aumento e una ripresa delle esportazioni, ci si aspetta un recupero economico, sebbene modesto.
Tuttavia, l’economia della zona euro ha subito una contrazione marginale nel terzo trimestre su base trimestrale, con una crescita annuale dello 0,1%. Questo ha suscitato aspettative di una recessione tecnica, qualora il quarto trimestre dovesse dimostrarsi altrettanto debole. Sorprendentemente, l’occupazione nella zona euro è aumentata dello 0,3% su base trimestrale nello stesso periodo, con un incremento annuo dell’1,4%.
Nonostante una crescita economica trimestrale dello 0,1% in Francia, dello 0,3% in Spagna e dello 0,5% in Belgio, queste cifre non sono state sufficienti a compensare il calo dello 0,1% in Germania, la stagnazione in Italia e le contrazioni in Austria, Portogallo, Irlanda, Estonia e Lituania. Questo rallentamento della crescita è stato causato da forti venti contrari dovuti all’alta inflazione, ai tassi di interesse record e alla politica fiscale che si sta gradualmente stringendo.
A ottobre, l’inflazione è scesa bruscamente, portando la Banca Centrale Europea a lasciare invariati i tassi di interesse nella riunione del 26 ottobre, ponendo fine a una serie senza precedenti di 10 aumenti consecutivi dei tassi.
In sintesi, mentre l’economia della zona euro mostra segni di modesta ripresa, persistono sfide significative legate all’inflazione, ai tassi di interesse e alla crescita economica disomogenea tra i diversi paesi membri.