L’economia digitale non è solo un trend globale: è una realtà che si radica nei territori. Anche in Campania, una regione spesso vista sotto l’ombra di vecchi stereotipi, si stanno sviluppando progetti digitali concreti e d’impatto, capaci di creare lavoro, innovazione e nuove prospettive. Ma cosa significa davvero “economia digitale” qui, e chi la sta guidando?

Startup, agricoltura e intelligenza artificiale: il Sud che sorprende
Negli ultimi anni, la Campania ha visto nascere un ecosistema digitale ricco di idee e contaminazioni tra settori apparentemente lontani. A Napoli, ad esempio, il polo di innovazione Campania DIH (Digital Innovation Hub) offre supporto a PMI e startup per adottare soluzioni digitali, spesso legate a blockchain, IoT e intelligenza artificiale.
Un esempio su tutti? Elaisian, startup salernitana che porta l’agricoltura di precisione negli uliveti campani. Grazie a sensori e algoritmi predittivi, gli agricoltori riescono a monitorare le malattie delle piante e ottimizzare i raccolti. Più resa, meno sprechi, più sostenibilità.
“Abbiamo trasformato un mestiere antico come l’agricoltore in un mestiere 4.0,” spiega Damiano Angelici, co-founder di Elaisian, intervistato da StartupItalia.
Ma non è solo questione di tecnologia. Il capitale umano gioca un ruolo cruciale. Le Università di Napoli, Salerno e Benevento stanno formando una nuova generazione di professionisti digitali, collaborando con imprese e acceleratori come Vulcano Hub e NaStartUp.
Secondo dati di Unioncamere-Infocamere, nel primo semestre del 2025, la Campania ha registrato oltre 1.800 nuove imprese digitali, classificandosi tra le prime tre regioni del Mezzogiorno per crescita in questo settore.
Turismo smart, cultura e creatività digitale: il valore dell’identità
Dalla tecnologia per i campi… a quella per le piazze. Sì, perché un’altra direttrice forte dell’economia digitale campana è il turismo culturale smart, dove app, realtà aumentata e storytelling digitale si intrecciano per valorizzare il patrimonio artistico.
Un caso virtuoso è Visit Campania, piattaforma digitale che promuove luoghi meno conosciuti con itinerari tematici e guide esperienziali. Il portale ha collaborato con il Ministero del Turismo e startup locali per sviluppare mappe interattive, itinerari slow e realtà virtuale immersiva, raggiungendo più di 2 milioni di utenti nel 2024.
E poi c’è il mondo della creatività digitale, che in Campania si fonde spesso con musica, arte e moda. A Scampia, il progetto Sanità Digitale offre corsi di coding, animazione e sound design a giovani NEET (Not in Education, Employment or Training), dimostrando che la trasformazione digitale può essere anche un progetto sociale.
Più di un’evoluzione: una rivoluzione culturale in atto
L’economia digitale in Campania non è solo un upgrade tecnologico. È una forma di resilienza contemporanea, una nuova via per reinterpretare le tradizioni in chiave futura. Le imprese digitali non stanno solo cambiando il modo di produrre o vendere: stanno riscrivendo l’identità produttiva di un’intera regione.
Se pensiamo all’industria 4.0, alla green economy o al turismo esperienziale, la Campania oggi gioca una partita di innovazione che fino a pochi anni fa sembrava impossibile. Il digitale, in questo contesto, diventa uno strumento per ridurre i divari territoriali e creare opportunità concrete, non astratte.
Conclusione:
L’economia digitale in Campania è una realtà viva, composita, in piena trasformazione. È fatta di startup, ma anche di agricoltori. Di tecnologi, ma anche di artisti. Guardarla solo con lenti economiche è limitante: qui il digitale è anche cultura, inclusione e territorio.
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