Licenziati in tronco da Elon Musk, tre figure chiave del team Supercharger di Tesla non si sono perse d’animo. Anzi, hanno trasformato un brusco licenziamento nell’opportunità di lanciare Hubber, una nuova rete di ricarica ultraveloce pensata per rivoluzionare la mobilità elettrica urbana in Europa.
La rivincita degli esperti: nasce Hubber
A volte le decisioni più controverse possono generare le innovazioni più brillanti. È il caso del licenziamento dell’intero team responsabile dei Supercharger Tesla, una mossa di Elon Musk che ha lasciato perplessi molti analisti. Tra i dipendenti allontanati c’erano Harry Fox, Connor Selwood e Hugh Leckie, un trio che nel Regno Unito e in Irlanda aveva supervisionato l’installazione di oltre 100 stazioni di ricarica.
Forti di un’esperienza inestimabile, hanno deciso di mettersi in proprio. La loro creatura, Hubber, parte da un’osservazione tanto semplice quanto acuta: nelle grandi città il vero bisogno di ricarica rapida e costante non appartiene tanto all’utente privato, quanto ai professionisti. Come dichiarato da Harry Fox, CEO e co-fondatore di Hubber, “Sono le flotte più trafficate – taxi, ride-hailing, veicoli commerciali, autobus – a elettrificarsi a un ritmo rapido, nonostante il ritardo delle infrastrutture urbane”. Questi veicoli necessitano di energia fino a cinque volte più spesso di un’auto privata e non possono permettersi lunghe attese.
Hubber punta a colmare proprio questo vuoto, trasformando aree urbane sottoutilizzate come vecchi magazzini o stazioni di servizio dismesse in potenti hub di ricarica. Il primo centro aprirà il 20 agosto a Forest Hill, nel sud di Londra, con 12 punti di ricarica, alcuni dei quali fino a 300 kW di potenza.
Una strategia mirata per le città europee
L’approccio di Hubber è pragmatico e si distacca dal modello “di lusso” a cui Tesla ci ha abituati. Niente caffè biologico o aree relax, ma pura efficienza: ricaricare nel minor tempo possibile per tornare subito operativi. I fondatori sanno bene che per far funzionare una rete di questo tipo servono posizioni strategiche, un controllo meticoloso delle connessioni alla rete elettrica e un modello basato sui grandi volumi.
L’obiettivo è offrire una soluzione concreta a un problema crescente nelle metropoli europee: la carenza di infrastrutture di ricarica veloci e affidabili per le flotte commerciali, la cui elettrificazione procede a passo spedito.
Con un solido finanziamento di 60 milioni di sterline, il progetto non si fermerà a Londra. La startup ha già nel mirino altre grandi città del continente che affrontano le stesse sfide, come Parigi, Madrid, Berlino e, perché no, anche Milano. I centri urbani densamente popolati e con una rete di ricarica ancora inadeguata rappresentano il terreno di caccia ideale per i veterani di Tesla.
Conclusione
L’avventura di Hubber dimostra come competenza ed esperienza possano trasformare un imprevisto in un’opportunità di mercato. Concentrandosi su un bisogno reale e insoddisfatto, quello delle flotte professionali, questi ex dipendenti Tesla non stanno solo costruendo un’alternativa, ma un modello potenzialmente più intelligente e mirato per il futuro della mobilità elettrica urbana.