Il settore del pet care in Italia ha smesso da tempo di essere una nicchia per diventare uno dei comparti più solidi dell’economia nazionale. Secondo il rapporto Assalco-Zoomark 2024, nel nostro Paese vivono oltre 65 milioni di animali d’affezione. Questo dato non è solo una statistica, ma l’indicatore di una domanda di servizi sempre più specializzata e capillare. Chi decide di avviare un’attività di accoglienza per animali oggi non risponde solo a un bisogno pratico, ma offre una soluzione a famiglie che considerano il cane un membro effettivo del nucleo familiare.
Tuttavia, la passione cinofila da sola non basta. Le barriere all’ingresso, rappresentate dai costi di adeguamento strutturale e dalle normative sanitarie, possono essere scoraggianti. È qui che intervengono gli strumenti di finanza agevolata. Esistono diverse misure statali e regionali pensate per abbattere l’investimento iniziale, permettendo di ottenere contributi a fondo perduto per pensioni e asili per cani.

Il panorama dei bandi nazionali: Invitalia e le misure strutturali
La fonte principale di liquidità per le nuove imprese in Italia è gestita da Invitalia. Non esiste un “bonus pensione cani” specifico, ma le attività cinofile rientrano a pieno titolo nei codici ATECO finanziabili dalle misure generiche per l’autoimprenditorialità.
Resto al Sud: l’opzione più vantaggiosa
Se risiedi in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia o nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, questa è la misura da monitorare. Resto al Sud finanzia l’apertura di nuove attività di servizi, incluse le pensioni per animali, coprendo fino al 100% delle spese ammissibili.
Il meccanismo prevede un finanziamento massimo di 50.000 euro per ogni richiedente (fino a 200.000 euro per società di 4 persone). La vera forza di questo strumento risiede nella sua composizione:
- 50% di contributo a fondo perduto: soldi che non dovranno essere restituiti.
- 50% di finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI, a tasso zero.
I fondi possono essere utilizzati per la ristrutturazione dell’immobile (ad esempio per creare i box e le aree di sgambamento), per l’acquisto di macchinari e attrezzature, e persino per il capitale circolante iniziale.
ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero
Per chi opera nel resto d’Italia, o specificamente per le donne e i giovani sotto i 35 anni, la misura “ON” rappresenta l’alternativa principale. Anche qui è possibile finanziare progetti d’impresa nel settore dei servizi alla persona e agli animali.
Le agevolazioni prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto, che può arrivare fino al 20% delle spese ammissibili. Sebbene la quota a fondo perduto sia inferiore rispetto a Resto al Sud, la durata del rimborso (fino a 10 anni) rende la rata sostenibile anche nelle fasi di start-up, quando il giro d’affari della pensione non è ancora a regime.
I Fondi Europei e i Piani di Sviluppo Rurale (PSR)
Esiste una via parallela spesso trascurata: quella agricola. Molte pensioni per cani nascono come diversificazione di un’attività agricola esistente o vengono classificate in zone rurali. I Piani di Sviluppo Rurale (PSR) gestiti dalle singole Regioni stanziano periodicamente fondi per la diversificazione delle attività agricole (Misura 6.4 solitamente).
Se l’obiettivo è aprire una struttura che sia anche agriturismo o fattoria didattica, i PSR offrono percentuali di finanziamento a fondo perduto per strutture ricettive rurali che possono toccare il 40-50% dell’investimento. È fondamentale consultare il Bollettino Ufficiale della propria Regione, poiché le finestre temporali per presentare domanda sono spesso brevi (solitamente 60-90 giorni).
Requisiti e spese ammissibili: come spendere i fondi
Ottenere il denaro è subordinato alla presentazione di un progetto credibile. Gli enti erogatori non finanziano sogni, ma business plan. Per una pensione per cani, le voci di spesa che vengono quasi sempre accettate nei bandi includono:
- Opere murarie e impiantistiche: Ristrutturazione di casali, installazione di recinzioni a norma, sistemi di scolo delle acque reflue (fondamentali per l’ASL), impianti di riscaldamento/raffrescamento per i box.
- Attrezzature professionali: Cucce coibentate, sistemi di videosorveglianza (molto richiesti dai clienti per monitorare i cani a distanza), attrezzature per la toelettatura e la pulizia industriale.
- Consulenze e spese notarili: Necessarie per la costituzione della società e la redazione del piano d’impresa.
Bisogna prestare attenzione a ciò che non viene finanziato. Solitamente, l’acquisto del terreno o dell’immobile non è coperto dai bandi (o lo è in minima parte), così come non lo sono le spese sostenute prima della presentazione della domanda.

Iter burocratico: non solo soldi
Il finanziamento cammina di pari passo con la regolarità amministrativa. Nessun ente erogherà la somma pattuita se l’attività non possiede l’autorizzazione sanitaria. Prima di richiedere i fondi, è vitale verificare presso l’Ufficio Tecnico del Comune e il Servizio Veterinario dell’ASL i requisiti igienico-sanitari per le pensioni di animali.
Le normative variano a livello regionale, ma i punti fermi riguardano le distanze minime dalle abitazioni confinanti (spesso 50-100 metri per evitare disturbi da rumore), la dimensione minima dei box (solitamente 4mq per la zona notte e 4mq per la zona giorno per cane) e la presenza di un registro di carico e scarico degli animali. Avere in mano un progetto preliminare approvato dall’ASL aumenta drasticamente le possibilità di successo nella richiesta del finanziamento, dimostrando all’ente valutatore la concreta fattibilità dell’opera.
Un esempio pratico di investimento e copertura
Ipotizziamo di voler aprire una struttura di medie dimensioni (20 box) in provincia di Salerno, accedendo a Resto al Sud.
- Investimento totale stimato: 80.000 € (adeguamento locali, recinzioni, marketing, sito web).
- Copertura Fondo Perduto (50%): 40.000 € vengono erogati a fondo perduto.
- Copertura Prestito Bancario (50%): 40.000 € vengono erogati come prestito a tasso zero garantito dallo Stato.
Il risultato è che l’imprenditore si trova ad avviare un’attività del valore di 80.000 € dovendone restituire solo la metà in 8 anni, con due anni di preammortamento (si inizia a pagare la rata dal terzo anno). Questo respiro finanziario è ciò che permette di superare il “periodo della morte” dei primi 24 mesi, tipico di ogni nuova impresa.
Il microcredito: l’alternativa veloce
Se le cifre necessarie sono più contenute (sotto i 40.000 euro) e non si vuole attendere i tempi tecnici di istruttoria di Invitalia (che possono durare 2-3 mesi), esiste la strada del Microcredito imprenditoriale. Non si tratta di fondo perduto, ma di un prestito assistito da garanzia statale all’80%, accessibile anche a chi non ha storicità creditizia o garanzie reali da offrire. È spesso utilizzato per coprire le spese iniziali minori o per integrare altri bandi.
Il mercato dei servizi per animali è in espansione, ma la concorrenza inizia a strutturarsi. Chi accede oggi ai bandi ha il vantaggio competitivo di poter investire in strutture d’eccellenza—box riscaldati, aree agility, servizi webcam—senza dover caricare interamente i costi sulle tariffe finali al cliente. La differenza tra un progetto che rimane nel cassetto e una realtà imprenditoriale sta spesso nella capacità di intercettare il bando giusto al momento giusto e nella precisione con cui si redige il business plan.
FAQ – Domande Frequenti
Quali requisiti personali servono per accedere ai fondi? Generalmente è richiesta la maggiore età e lo stato di non occupazione al momento dell’accettazione del finanziamento. Per alcuni bandi specifici (come quelli agricoli o per l’imprenditoria femminile) possono essere richiesti requisiti di genere, residenza in determinate aree geografiche o qualifiche professionali come quella di IAP (Imprenditore Agricolo Professionale).
Devo avere una laurea per aprire una pensione per cani? No, la legge italiana non impone una laurea specifica per la titolarità dell’impresa. Tuttavia, è obbligatorio frequentare un corso regionale riconosciuto per l’idoneità al commercio e alla cura degli animali (ex libretto sanitario/biennale) e ottenere l’autorizzazione sanitaria ASL. Certificazioni come educatore cinofilo aumentano il punteggio in fase di valutazione del bando.
I fondi coprono l’acquisto del terreno? Raramente. La maggior parte dei bandi (incluso Resto al Sud) non finanzia l’acquisto di suolo o immobili, o lo fa solo per una percentuale minima (es. 10% del totale investimento). I fondi sono destinati principalmente alla ristrutturazione, all’adeguamento degli impianti, all’acquisto di attrezzature e alle spese di gestione operativa.
Quanto tempo ci vuole per ricevere i soldi? Le tempistiche variano in base all’ente. Per Invitalia, l’istruttoria dura circa 60 giorni dalla presentazione della domanda. Dopo l’approvazione, l’erogazione avviene solitamente per SAL (Stato Avanzamento Lavori): si presentano le fatture (anche non quietanzate) e l’ente eroga la tranche corrispondente direttamente sul conto corrente dedicato.
