Essere disoccupati non significa affatto essere privi di idee e ambizione. Anzi, per molti, è il momento giusto per trasformare un’esigenza in una vera e propria opportunità di autoimpiego e impresa. Se la parola “disoccupazione” fa rima con “ricominciare”, il panorama italiano offre una serie di misure concrete per supportare chi, con coraggio e una solida idea, vuole avviare una nuova attività imprenditoriale.
Come disse l’economista John Maynard Keynes, “La nostra più grande carenza non è quella del denaro per qualsiasi iniziativa, ma piuttosto di idee. Se le idee sono buone, il contante in qualche modo arriverà dove serve”. Oggi, le “buone idee” trovano canali di finanziamento specifici, pensati per dare un capitale iniziale a chi si trova senza lavoro. Non si tratta solo di prestiti, ma spesso di contributi a fondo perduto, che rappresentano una boccata d’ossigeno fondamentale.

Le Misure Nazionali Più Rilevanti: Strumenti per l’Autoimprenditorialità
Lo Stato e gli enti gestori come Invitalia hanno messo a punto iniziative mirate per intercettare e finanziare l’autoimpiego. Queste misure hanno requisiti precisi, tra cui l’iscrizione al Centro per l’Impiego come disoccupato o inoccupato, ma offrono vantaggi significativi.
1. ON – Oltre Nuove Imprese a Tasso Zero
Questa iniziativa è una delle più complete per chi vuole avviare una micro o piccola impresa. È particolarmente vantaggiosa per le aziende a maggioranza di giovani under 35 e/o donne (di qualsiasi età).
- Cosa Offre: Un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto. L’agevolazione copre fino al 90% delle spese ammissibili, con un tetto massimo di investimento di 3 milioni di euro. Per le imprese costituite da meno di 36 mesi, la quota a fondo perduto può raggiungere fino al 20% dell’investimento totale.
- Esempio Pratico: Se un ex disoccupato avvia una piccola società di servizi di consulenza IT con un piano di spesa di €100.000, l’incentivo potrebbe coprirne fino a €90.000, di cui una parte significativa non dovrà essere restituita. L’aspetto cruciale è la natura del progetto e il Business Plan.
2. Resto al Sud
Se l’idea di impresa è destinata a regioni del Sud Italia (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia) e alle aree del cratere sismico del Centro Italia, Resto al Sud è un programma di riferimento.
- A Chi è Rivolto: Persone disoccupate o inoccupate (o occupate che vogliono dimettersi) residenti in queste aree, con un limite d’età in continua evoluzione (attualmente fino a 55 anni).
- La Copertura: Finanzia progetti fino a €200.000. L’agevolazione copre il 100% delle spese: il 75% è a fondo perduto e il restante 25% è un finanziamento bancario a tasso zero. È compatibile con l’eventuale anticipo della NASpI (l’indennità di disoccupazione). Questo è un dettaglio fondamentale per molti.
3. Fondo Impresa Donna
Questa misura è specificamente dedicata all’imprenditoria femminile e offre una corsia preferenziale, con priorità per le donne disoccupate o con un ISEE basso. Prevede un contributo a fondo perduto che può arrivare fino al 90% delle spese ammissibili, con un massimale di €400.000 per iniziative innovative o ad alto valore tecnologico.

Il Concetto Chiave: Contributo a Fondo Perduto
Un errore comune è pensare a questi aiuti solo come a prestiti. Invece, una porzione sempre più consistente degli incentivi per l’avvio di impresa ai disoccupati è costituita da contributi a fondo perduto.
- Definizione: Sono somme di denaro che vengono erogate per coprire una percentuale delle spese ammissibili (es. acquisto di macchinari, servizi, materie prime, ristrutturazioni), senza l’obbligo di restituzione del capitale.
- L’Importanza: Riducono il rischio iniziale. Per un disoccupato che investe i propri risparmi o l’anticipo della NASpI, ottenere una quota non rimborsabile come il 75% a fondo perduto offerto da Resto al Sud, significa poter affrontare l’avvio con una serenità finanziaria molto maggiore.
Passaggi e Consigli Pratici: Ottenere il Finanziamento
L’accesso a queste agevolazioni non è automatico. La richiesta è sempre sottoposta a una valutazione rigorosa.
- Iscrizione e Status: Il primo passo per accedere ai finanziamenti per aprire un’attività da disoccupato è l’iscrizione al Centro per l’Impiego. Questo status è il requisito di base per dimostrare la tua condizione.
- Il Progetto è la Chiave: Il cuore della domanda è il Business Plan. Non è solo un documento burocratico, ma la dimostrazione che l’idea è sostenibile economicamente e ha prospettive di crescita. I valutatori esaminano il potenziale di mercato, le proiezioni finanziarie e la fattibilità tecnica.
- L’Anticipo NASpI: Chi percepisce la NASpI può richiederne l’anticipo in un’unica soluzione per investirla interamente nell’avvio della propria attività. È un’opzione che offre liquidità immediata, ma richiede molta attenzione perché esclude il diritto a ricevere la NASpI futura.
- Bandi Regionali: Oltre alle misure nazionali, ogni Regione (grazie ai fondi strutturali europei come FESR e FSE) emana bandi locali che spesso prevedono finanziamenti a fondo perduto per la nuova imprenditoria. È fondamentale monitorare costantemente i siti regionali e delle Camere di Commercio.
Un Dato Concreto
Secondo i dati di Invitalia, iniziative come Resto al Sud hanno finanziato migliaia di progetti. Solo nei primi anni di attività, la misura ha permesso l’attivazione di oltre 10.000 imprese, generando decine di migliaia di nuovi posti di lavoro. Questi numeri confermano che l’autoimprenditorialità è una risposta concreta alla disoccupazione se adeguatamente supportata.
Come incoraggia l’imprenditore John Elkann: “Le opportunità esistono più oggi che una volta e sono enormi. Una risposta alla disoccupazione giovanile, ad esempio, può essere quella di creare delle attività in proprio.” Ed è proprio questa la mentalità giusta per affrontare il processo.
Il percorso per l’accesso ai finanziamenti per ex disoccupati è impegnativo, ma il supporto pubblico è tangibile. Occorre preparare la domanda con estrema cura e precisione. Un’attenta pianificazione è l’unico vero requisito, oltre allo status di disoccupato, per ottenere capitali che ti permettano di trasformare un’idea in una fonte di reddito stabile.
Domande Frequenti (FAQ)
Posso ottenere l’anticipo NASpI e un altro finanziamento Invitalia?
Sì, è possibile cumulare l’anticipo della NASpI, erogato dall’INPS come capitale per avviare l’impresa, con i finanziamenti Invitalia come Resto al Sud o Nuove Imprese a Tasso Zero. L’importante è che l’intero ammontare anticipato venga interamente investito nell’attività per la quale si richiede il finanziamento.
Quali sono i requisiti principali per accedere agli incentivi per disoccupati?
Il requisito fondamentale è essere disoccupato o inoccupato e aver presentato la Dichiarazione di Immediata Disponibilità (DID) al Centro per l’Impiego. Per alcune misure, come Resto al Sud, è richiesto un limite di età (fino a 55 anni) e la residenza nelle regioni target. Per ON – Nuove Imprese, i soci devono essere prevalentemente giovani o donne.
I finanziamenti coprono anche le spese per la promozione e il marketing?
Assolutamente sì. Le spese ammissibili nei bandi per l’autoimpiego sono ampie. Generalmente includono l’acquisto di macchinari, attrezzature, software e licenze, ma anche spese di marketing e promozione, consulenze specializzate e costi per la costituzione della società.
È obbligatorio presentare un Business Plan per la domanda?
Sì, un Business Plan dettagliato è indispensabile per la maggior parte dei finanziamenti a fondo perduto per disoccupati. Non è solo una formalità, ma il documento che dimostra la solidità, la sostenibilità economica e le potenzialità di sviluppo del progetto imprenditoriale. È la base per la valutazione da parte degli enti erogatori.
