Focus Verticali sui Settori Strategici Regionali

Mappa concettuale dei focus verticali regionali italiani

La competitività dell’Italia passa per la sua capacità di valorizzare le specializzazioni produttive regionali, adottando dei “focus verticali” che permettano di concentrare risorse e strategie. Non si parla semplicemente di eccellenze generiche, ma di vere e proprie filiere strategiche dove il Made in Italy trova la sua massima espressione, spesso supportate da politiche di coesione e fondi come il PNRR.

Mappa concettuale dei focus verticali regionali italiani

L’Importanza dei Focus Verticali Regionali

Il sistema produttivo italiano è storicamente caratterizzato da una forte eterogeneità e dalla presenza di Distretti Industriali e Cluster Tecnologici. Identificare dei focus verticali significa andare oltre l’approccio orizzontale, concentrando gli sforzi su settori specifici dove una regione ha un vantaggio competitivo comprovato o potenziale. Questo è cruciale per diversi motivi:

  1. Massimizzazione degli Investimenti: I fondi, come quelli europei o il PNRR, vengono indirizzati in modo più efficace, evitando dispersione. Ad esempio, il PNRR italiano (Missione 1, Componente 1) destina risorse significative per la Digitalizzazione, l’Innovazione e la Competitività (Fonte: Conferenza Stato-Regioni).
  2. Rafforzamento delle Filiere: Si interviene su tutta la catena del valore, dai servizi di ricerca e sviluppo (R&S) alla logistica, fino all’internazionalizzazione. L’obiettivo è rendere le filiere più resilienti e integrate nelle Catene del Valore Globali (GVC), come sottolineato anche da CDP.
  3. Attrattività e Posizionamento: Una specializzazione chiara rende la regione più appetibile per gli Investimenti Esteri Diretti (IED), che cercano ecosistemi completi (Source: Invest in Italy).

Esempi Concreti di Settori Strategici

Molte regioni hanno già definito le proprie Strategie di Specializzazione Intelligente (RIS3), che fungono da bussola per questi focus verticali. Ecco alcuni esempi lampanti, basati sulle vocazioni e sull’impatto economico:

RegioneFocus VerticaleSettori Chiave e Obiettivi
Emilia-RomagnaMeccanica Avanzata & AgrifoodForte concentrazione sui Big Data, l’Intelligenza Artificiale (es. Tecnopoli) e l’Automotive/Motorsport (Motor Valley). Nel Food, l’obiettivo è l’innovazione di processo e prodotto (Source: Irpet).
ToscanaTessile, Moda & BiotecnologieIl distretto tessile di Prato e la manifattura di lusso rappresentano un pilastro, insieme allo sviluppo di life science e biofarmaceutica, puntando su R&S e internazionalizzazione.
Puglia/Sicilia (Mezzogiorno)Agrifood, Logistica & Transizione EnergeticaIl Sud si distingue nell’Agroalimentare (44,5% degli occupati della filiera italiana nel Mezzogiorno, Source: Intesa Sanpaolo), nel potenziamento della Logistica portuale (ZES Unica) e nella produzione di energia rinnovabile (Greentech).
LombardiaICT, Life Science & Industria 4.0La regione si posiziona come hub europeo per l’ICT (Information and Communication Technology), la finanza e il manifatturiero ad alto contenuto tecnologico, con un forte impulso alla trasformazione digitale delle PMI.

Questi focus verticali non sono statici. Ad esempio, la Green Economy e l’Economia Circolare (dove l’Italia è leader in Europa per il tasso di riciclo con l’83,2%, Source: Invest in Italy) sono ormai diventati pilastri trasversali in quasi tutte le strategie regionali.


Il Ruolo degli Ecosistemi Territoriali

Per far funzionare un focus verticale, servono ecosistemi territoriali robusti. Non basta finanziare l’impresa singola. È indispensabile che il rapporto tra ricerca e impresa sia fluido e che esistano infrastrutture adeguate.

Un esempio virtuoso è la concentrazione di investimenti in Zone Economiche Speciali (ZES), in particolare nel Mezzogiorno, che mira a semplificare le procedure burocratiche e attrarre capitali stranieri. L’obiettivo ultimo è favorire una diversificazione sia verticale (migliorando la qualità) sia orizzontale (verso beni più sofisticati) del prodotto italiano sul mercato globale (Source: CDP).

In definitiva, i focus verticali sui settori strategici regionali sono l’architrave di una strategia di crescita mirata. Sfruttano la forza della tradizione italiana – che vanta medie imprese tra le più produttive in UE – ma puntano a colmare i gap storici, in primis il ritardo nei segmenti ad alta tecnologia.


FAQ

Qual è il concetto di “Focus Verticale” nel contesto regionale? Un “Focus Verticale” è una strategia di sviluppo che concentra risorse e politiche su una specifica filiera produttiva o settore economico in cui la regione eccelle o può acquisire un vantaggio competitivo. Non si tratta di finanziamenti generici, ma di interventi mirati (dalla R&S alla formazione, fino all’export) per rafforzare l’intera catena del valore di quel settore, rendendola più innovativa e competitiva a livello internazionale.

Come si integrano questi focus con i fondi europei come il PNRR? I focus verticali regionali sono fondamentali per l’attuazione del PNRR. I piani regionali di solito allineano i propri settori strategici (spesso definiti nelle RIS3) agli obiettivi delle Missioni PNRR, come la transizione digitale o quella ecologica. Questo assicura che gli investimenti (es. in GreenTech o Innovazione 4.0) siano destinati alle specializzazioni territoriali più promettenti, ottimizzando l’uso dei fondi pubblici.

Quali sono i settori più comuni di specializzazione nel Centro-Nord Italia? Le regioni del Centro-Nord tendono a concentrarsi su settori a più alto valore aggiunto e intensità tecnologica. Tra i più comuni ci sono la Meccanica Avanzata (es. Emilia-Romagna, Veneto), l’Industria 4.0 (Lombardia), la Moda e il Lusso (Toscana, Veneto) e le Life Science/Biotecnologie. Questi settori si basano su un tessuto di PMI innovative e su un’alta capacità di esportazione verso mercati maturi.

In che modo la Logistica è diventata un settore strategico? La Logistica è considerata strategica per la posizione geografica dell’Italia come hub nel Mediterraneo. Investimenti in infrastrutture (strade, ferrovie, interporti e porti) mirano a migliorare l’intermodalità e la velocità dei trasporti. In particolare, nel Sud con la ZES Unica, la logistica potenziata è vista come un volano essenziale per attrarre IED e facilitare l’export dei prodotti delle filiere strategiche regionali.

By Redazione Campania

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