“Quanto guadagna un negozio?” è una delle domande più frequenti tra aspiranti imprenditori, piccoli investitori o semplici curiosi. Ma la risposta non è univoca: dipende fortemente dal settore merceologico, dalla posizione, dalla gestione dei costi e dalla capacità di attrarre clienti. In questo articolo analizziamo i ricarichi medi – ovvero la differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita – per comprendere realmente quali attività commerciali garantiscono margini più sostenibili.

Cos’è il ricarico e perché è importante?
Il ricarico è la percentuale applicata al prezzo di costo di un prodotto per determinarne il prezzo finale di vendita. In pratica, rappresenta il margine lordo di guadagno di un negozio prima di costi operativi, tasse, affitti e personale.
Ad esempio, se un prodotto viene acquistato a 10 euro e rivenduto a 20 euro, il ricarico è del 100%. Tuttavia, non significa che l’intero guadagno sia netto: da questo margine andranno sottratti costi fissi e variabili.
Ricarichi medi nei principali settori del commercio al dettaglio
Ogni categoria ha dinamiche diverse, influenzate da fattori come concorrenza, deperibilità del prodotto, valore percepito e cicli stagionali. Ecco una panoramica dei ricarichi medi settoriali secondo i dati raccolti da Unioncamere, Confcommercio e analisi di mercato.
Cartoleria e articoli da regalo
Ricarico medio: 100–200%
Settore ad alto margine potenziale ma con volumi contenuti. La concorrenza dell’e-commerce ha ridotto i flussi nei negozi tradizionali, ma articoli personalizzati o artigianali restano redditizi.
Abbigliamento
Ricarico medio: 150–250%
È uno dei settori con i margini più alti, soprattutto nel fast fashion. Tuttavia, la rotazione rapida delle collezioni, l’invenduto stagionale e i saldi forzati possono ridurre i guadagni reali.
Alimentari e prodotti freschi
Ricarico medio: 30–80%
I margini sono generalmente bassi, ma compensati da una maggiore frequenza d’acquisto. Le attività più redditizie sono quelle con prodotti di nicchia, biologici o locali.
Cosmetici e profumeria
Ricarico medio: 150–300%
Settore con elevato valore percepito e buona marginalità. I brand di lusso applicano ricarichi anche superiori al 400%. Cruciale il marketing esperienziale e la fidelizzazione.
Elettronica di consumo
Ricarico medio: 10–25%
Margini estremamente bassi, spesso sostenuti da servizi accessori (garanzie estese, assistenza, finanziamenti). Il successo dipende dalla logistica e dal posizionamento strategico.
Ferramenta e articoli tecnici
Ricarico medio: 40–100%
Buona stabilità nel tempo, clientela fidelizzata, margini accettabili. L’introduzione di marchi propri e articoli specializzati può aumentare la redditività.
Pet shop e prodotti per animali
Ricarico medio: 50–120%
Settore in espansione, grazie all’aumento della spesa media per animali domestici. Buone opportunità con prodotti premium, alimenti naturali e accessori.
Cosa incide realmente sul guadagno di un negozio?
Il ricarico è solo una parte dell’equazione. Anche con margini teoricamente alti, un’attività può non essere profittevole se non riesce a coprire i costi operativi. Tra i fattori chiave:
- Affitto del locale: può superare il 20–30% del fatturato in zone centrali
- Costo del personale: spesso la voce più pesante, soprattutto per negozi con orari prolungati
- Tasse e contributi: tra IRPEF, IVA, INPS, IRAP e tributi locali, le imposte possono incidere pesantemente
- Gestione dello stock: l’invenduto riduce i margini, mentre un magazzino efficiente li protegge
- Promozione e visibilità: investire in marketing è essenziale, ma deve essere ben misurato rispetto ai ritorni
Guadagno netto: quanto resta davvero?
Secondo Confesercenti, il margine netto medio di un piccolo negozio in Italia si aggira tra il 5% e il 15% del fatturato. Per fare un esempio, su 100.000 euro di vendite annue, l’utile reale può oscillare tra 5.000 e 15.000 euro.
Le attività che superano questi livelli sono spesso:
- Franchising ben avviati
- Negozi di nicchia con target ben definito
- Store online integrati a punti fisici (modello “phygital”)
Come aumentare la redditività di un negozio?
Ecco alcune strategie applicabili fin da subito:
- Selezionare fornitori con politiche di acquisto vantaggiose (sconti quantità, pagamenti dilazionati)
- Integrare prodotti ad alto margine (servizi, brand propri, kit personalizzati)
- Ridurre l’invenduto con analisi di rotazione e stagionalità
- Investire in fidelizzazione del cliente, più redditizia dell’acquisizione continua
- Automatizzare processi per risparmiare su costi di gestione (gestionali, CRM, self-checkout)
Cosa bisogna considerare prima di aprire un negozio?
Oltre alla passione per il settore scelto, è fondamentale fare un business plan dettagliato. La redditività di un negozio non dipende solo dal prodotto, ma dalla posizione, dalla concorrenza locale, dal bacino d’utenza e dalla capacità di adattarsi al mercato.
Il portale ufficiale di Invitalia offre strumenti gratuiti per stimare i costi di avvio, i ricavi attesi e il break-even point, oltre a bandi e incentivi per chi apre nuove attività.
FAQs
Qual è il negozio con il margine più alto?
In genere, i negozi di cosmetici e accessori offrono i margini lordi più alti, anche sopra il 200%, ma richiedono ottime strategie di vendita e marketing.
Posso guadagnare con un negozio alimentare?
Sì, ma i margini sono bassi e servono volumi elevati e fidelizzazione locale. La differenziazione (es. prodotti bio, locali, gourmet) aiuta a migliorare i margini.
È vero che l’elettronica ha margini molto bassi?
Sì, il margine medio è sotto il 20%, ma i negozi compensano vendendo servizi correlati (assicurazioni, installazioni, assistenza).
Quanto ricarico applica in media un negozio di abbigliamento?
Tra il 150% e il 250%, ma il guadagno reale dipende molto dalla gestione dell’invenduto stagionale.
Qual è il settore commerciale più in crescita in Italia?
Secondo ISTAT, i settori con maggiore espansione nel retail sono: prodotti per animali, alimentari di qualità e salute e benessere.