I prezzi del petrolio registrano un nuovo calo, influenzati dai timori legati all’impatto economico dei dazi commerciali annunciati dagli Stati Uniti. A pochi giorni dall’introduzione delle nuove misure protezionistiche volute dal presidente Donald Trump, gli operatori di mercato restano cauti e preferiscono mantenere un atteggiamento attendista.

Prezzi del greggio in discesa
Venerdì, il Brent del Mare del Nord con consegna a maggio ha perso lo 0,54%, scendendo a 73,63 dollari al barile, mentre il West Texas Intermediate (WTI), riferimento per il mercato statunitense, è calato dello 0,80% a 69,36 dollari al barile.
Secondo Andy Lipow, analista della Lipow Oil Associates, il mercato si trova in una fase di forte incertezza, dove regna la prudenza. L’attesa per il 2 aprile, ribattezzato da Trump come “Giorno della Liberazione”, contribuisce all’instabilità. In tale data, il presidente USA dovrebbe svelare i dettagli sui cosiddetti “dazi reciproci”, che potrebbero colpire un ampio ventaglio di prodotti importati.
Timori per la domanda globale di petrolio
Gli esperti temono che queste politiche commerciali aggressive possano portare a un rallentamento della crescita economica globale, compromettendo così la domanda di petrolio. Il mercato teme un effetto domino in grado di penalizzare non solo l’economia americana, ma anche quella europea e asiatica.
OPEC+ pronta a immettere più barili
Sul fronte dell’offerta, i paesi produttori non restano fermi. Il gruppo OPEC+, che riunisce l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio e i suoi alleati, ha annunciato il ritorno graduale di 120.000 barili al giorno ogni mese, per un periodo di 18 mesi. Inoltre, un’esenzione speciale concessa agli Emirati Arabi Uniti porterà il volume di aprile a 138.000 barili al giorno.
Nonostante questo intervento, secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), il mercato petrolifero globale rimane in surplus, con un’eccedenza stimata di 600.000 barili al giorno.
Conclusione
Il calo dei prezzi del petrolio riflette l’incertezza degli investitori in vista dei nuovi dazi commerciali statunitensi. Le prospettive di una frenata della domanda, unite all’incremento dell’offerta da parte dell’OPEC+, potrebbero alimentare ulteriori pressioni ribassiste nei prossimi mesi.