L’Italia, e in particolare il suo Mezzogiorno, ha un bisogno vitale di nuove energie, idee fresche e intraprendenza. Per troppo tempo i giovani hanno dovuto cercare fortuna altrove. Ma oggi, un nuovo strumento finanziario offre una prospettiva concreta per ribaltare questa narrazione: stiamo parlando di Resto al Sud 2.0, l’incentivo rinnovato e potenziato, pensato specificamente per la fascia di età più dinamica.
Non è semplicemente un bando, ma un vero e proprio ecosistema di supporto per chi, pur avendo un’idea brillante e la giusta determinazione, si trova in una condizione di svantaggio lavorativo o sociale. Se hai tra i 18 e i 35 anni (non compiuti al momento della domanda) e vuoi avviare un’attività al Sud o nelle aree del Centro Italia colpite dal sisma, questo strumento merita tutta la tua attenzione.

A Chi Parla Resto al Sud 2.0: I Requisiti Chiave
La prima cosa da mettere in chiaro è il target di questa misura. A differenza della versione precedente, Resto al Sud 2.0 si concentra in modo netto e rigoroso sugli under 35.
Il requisito anagrafico è una base non negoziabile: devi aver compiuto 18 anni, ma non ancora 35 al momento dell’invio della domanda.
Ma l’età è solo una parte del quadro. L’incentivo è strutturato per intercettare chi è più lontano dal mercato del lavoro, quindi si rivolge primariamente a chi si trova in una delle seguenti condizioni, come specificato chiaramente da Invitalia, l’ente gestore:
- Inoccupati, inattivi o disoccupati: ovvero persone che non hanno un impiego o che, pur avendolo perso, non hanno ancora trovato una nuova collocazione.
- Disoccupati del Programma GOL: se fai parte della Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori.
- Lavoratori “working poor”: una categoria importante che include chi ha un reddito da lavoro dipendente o autonomo così basso da non superare la cosiddetta “no tax area” (reddito da lavoro inferiore a circa 8.145 €).
Questo focus non è casuale: si vuole innescare un meccanismo di autoimprenditorialità proprio laddove il tessuto economico ha più difficoltà ad assorbire manodopera giovanile e qualificata.
Cosa si può finanziare: Ambito e Sedi Ammesse
L’incentivo copre un ventaglio di attività molto ampio, sia in forma individuale (Partita IVA, ditta individuale) che societaria. Puoi puntare a:
- Attività produttive nei settori dell’industria e dell’artigianato.
- Imprese di trasformazione di prodotti agricoli, della pesca e dell’acquacoltura (attenzione: la produzione primaria è esclusa).
- Fornitura di servizi a persone e imprese.
- Attività del settore turistico e del commercio.
- Esercizio della libera professione (anche in forma societaria).
Dove avviare l’attività? Le aree geografiche interessate includono tutte le regioni del Mezzogiorno: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. A queste si aggiungono le aree del Centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016-2017.
Un esempio concreto? Un giovane neolaureato in Sviluppo Software, inattivo sul mercato, può avviare una società di servizi IT a Napoli per sviluppare app innovative, ricevendo un sostegno cruciale per l’acquisto di attrezzature e l’affitto di un ufficio.
L’Incentivo al Dettaglio: Quanto e Come Funziona il Fondo Perduto
La novità più rilevante di Resto al Sud 2.0 risiede nella struttura dell’agevolazione, che è interamente a fondo perduto, senza la necessità di restituire alcuna somma. L’aiuto è diviso in due canali complementari, entrambi gestiti da Invitalia.

1. Il Voucher di Avvio
Questo è un aiuto per le spese iniziali più immediate e flessibili:
- Fino a 40.000 euro a fondo perduto.
- L’importo può salire a 50.000 euro se l’investimento è orientato a soluzioni innovative, digitali o per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico.
- Copre l’acquisto di beni, strumenti e servizi necessari per la partenza.
2. Contributo per Programmi di Investimento
Per chi ha un progetto più strutturato e ha bisogno di capitali maggiori:
- Fino a 120.000 euro di investimento: l’agevolazione copre il 75% a fondo perduto.
- Investimenti tra 120.000 e 200.000 euro: il contributo scende al 70% a fondo perduto.
Questo secondo canale permette di affrontare spese più importanti come l’acquisto di macchinari complessi, la ristrutturazione di immobili (fino al 50% dell’investimento totale) o l’acquisto di attrezzature professionali di alto valore. L’importo massimo finanziabile in totale, combinando i due canali, arriva quindi a 200.000 euro di investimento ammissibile.
Esempio Numerico: Se il tuo progetto prevede un investimento totale di 100.000 euro, potresti ottenere 40.000 euro come voucher e 45.000 euro (75% di 60.000 euro) come contributo per il programma di investimento, per un totale di 85.000 euro di aiuto non rimborsabile.
Passi Operativi: Come si presenta la Domanda
Le domande, aperte a sportello (senza graduatorie, in ordine cronologico fino a esaurimento fondi), devono essere presentate esclusivamente online attraverso la piattaforma ufficiale di Invitalia.
- Registrazione e Business Plan: Dovrai creare un’area personale sul portale di Invitalia e caricare un business plan dettagliato e realistico. La chiarezza e la solidità del piano d’impresa sono fondamentali per il buon esito della valutazione.
- Invio e Istruttoria: Una volta inviata la domanda, Invitalia ha un tempo massimo di 90 giorni per esaminarla e comunicare l’esito. La procedura è interamente digitalizzata per garantire la massima efficienza e trasparenza.
- Tutoraggio Aggiuntivo: Oltre al sostegno finanziario, la misura prevede servizi di tutoraggio per affiancarti nella fase iniziale, aiutandoti a superare le criticità tipiche di una startup. Questo supporto aggiuntivo, erogato da Invitalia e partner come l’Ente Nazionale per il Microcredito, può valere fino a 5.000 euro.
Ricorda: Il successo di una richiesta è strettamente legato non solo al possesso dei requisiti, ma soprattutto alla qualità della proposta. Come sottolineato da esperti del settore, “la valutazione non guarda solo ai numeri, ma alla sostenibilità e all’impatto potenziale sul territorio che l’iniziativa è in grado di generare”. Una preparazione accurata è la chiave per intercettare questa risorsa cruciale.
FAQ – Domande Frequenti su Resto al Sud 2.0
Quali sono le scadenze e la dotazione finanziaria?
Resto al Sud 2.0 è una misura “a sportello”, il che significa che non ha una scadenza prefissata, ma le domande vengono accolte e valutate fino all’esaurimento dei fondi. La dotazione finanziaria complessiva stanziata è ingente, attestandosi intorno agli 800 milioni di euro tra fondi FSE+ e PNRR. Questo rende l’opportunità concreta, ma la tempestività nella presentazione è cruciale.
Posso richiedere l’incentivo se ho già aperto la Partita IVA?
Sì, l’iniziativa può essere stata avviata nel mese solare precedente a quello di presentazione della domanda, a patto che sia inattiva alla data dell’invio. Ad esempio, se invii la domanda a ottobre, l’apertura non deve essere precedente al primo settembre dello stesso anno. È quindi fondamentale che, pur avendo avviato le pratiche burocratiche, l’attività economica vera e propria non sia ancora partita.
Se l’attività è in forma societaria, tutti i soci devono essere under 35?
Sì, in caso di società, tutti i soci che richiedono l’agevolazione devono essere under 35 non compiuti e devono possedere gli altri requisiti soggettivi (inattività, disoccupazione, ecc.). È ammessa, tuttavia, la presenza di soci di minoranza non in possesso dei requisiti anagrafici, purché non superino il 49% della compagine sociale, con la possibilità di una premialità aggiuntiva.
Cosa si intende per “attività connesse alla fornitura di servizi a persone e a imprese”?
Questa categoria è molto ampia e include, ad esempio, servizi di consulenza, formazione, marketing e comunicazione, servizi per la cura della persona, servizi di assistenza, o attività di logistica e trasporto. Esclude, invece, le attività finanziarie e quelle immobiliari. L’importante è che il servizio sia erogato a beneficio diretto di altri soggetti, siano essi privati cittadini o altre aziende.
