Chi vuole aprire un’attività nel Mezzogiorno o nelle aree del cratere sismico del Centro Italia, spesso si scontra con il problema dei capitali. Per fortuna esiste Resto al Sud, l’incentivo gestito da Invitalia che aiuta under 56 a realizzare il proprio progetto. Ma cosa finanziare con Resto al Sud in termini pratici?
Non parliamo solo di teoria, ma di progetti che hanno visto la luce. L’incentivo copre una vasta gamma di settori: dall’artigianato ai servizi, dal turismo alle libere professioni. Per ditte individuali si arriva a 60.000 euro, mentre per società si toccano i 200.000 euro, con una quota di fondo perduto del 50% e un finanziamento bancario a tasso zero (interessi coperti da Invitalia).

Per rendere l’idea più chiara, ecco una serie di esempi pratici di progetti finanziati con Resto al Sud.
Esempio Pratico 1: Il Ristorante a Tema in Sicilia
Un giovane chef siciliano decide di tornare nella sua terra e aprire un ristorante focalizzato sulla cucina tradizionale rivisitata, con prodotti a km 0.
- Settore: Ristorazione/Turismo.
- Investimento Tipico Finanziato:
- Opere Edili (massimo 30% della spesa totale): Ristrutturazione di un vecchio immobile nel centro storico per adibirlo a sala e cucina professionale. (Es.: 30.000 €).
- Macchinari e Attrezzature Nuove: Acquisto di forni professionali di ultima generazione, abbattitori, celle frigorifere e arredi per la sala. (Es.: 55.000 €).
- Programmi Informatici: Software gestionale per la cassa, le comande e la contabilità, creazione di un sito web con booking online. (Es.: 5.000 €).
- Capitale Circolante (massimo 20%): Acquisto di materie prime iniziali, utenze e canoni di locazione dei primi mesi. (Es.: 10.000 €).
- Totale Investimento: 100.000 €.
- Ripartizione Agevolazione: 50.000 € a fondo perduto (50%) + 50.000 € finanziamento bancario a tasso zero. Inoltre, un ulteriore contributo a fondo perduto fino a 40.000 € (per le società) per il fabbisogno di liquidità.
La chiave del successo è stata la tracciabilità dei prodotti e la valorizzazione delle filiere locali, come dimostrato anche da Invitalia che ha citato progetti simili, come il mercato urbano di Catania finanziato con l’incentivo.
Esempio Pratico 2: Studio Professionale di Architettura
Due giovani architetti, dopo anni di esperienza fuori regione, scelgono di rientrare in Calabria per avviare il proprio studio associato, specializzato in bioedilizia e efficienza energetica.
- Settore: Attività Libero Professionale (in forma societaria).
- Investimento Tipico Finanziato:
- Ristrutturazione Ufficio: Adeguamento impiantistico e creazione di un’area co-working all’interno dello studio.
- Attrezzature Tecniche: Acquisto di plotter di grande formato, PC professionali e server per l’archiviazione dati.
- Software Specialistici: Licenze per programmi CAD 3D e software di simulazione energetica.
- Perché è un Progetto Vincente: Le attività libero professionali, sia individuali che societarie, sono espressamente incluse e la specializzazione in settori innovativi (come la sostenibilità) è un elemento che rafforza il business plan, in linea con gli obiettivi di sviluppo del Mezzogiorno.
Esempio Pratico 3: Start-up Digitale per l’E-commerce
Un giovane pugliese decide di lanciare un e-commerce per la vendita di prodotti artigianali locali, con l’obiettivo di esportare.
- Settore: Commercio/Servizi (E-commerce).
- Spese Ammesse:
- Sviluppo Piattaforma: Creazione del sito web e-commerce, sviluppo app mobile e integrazione con gestionali di logistica.
- Marketing Digitale: Investimento in campagne iniziali di promozione online e digital marketing (rientrano nel capitale circolante).
- Logistica: Arredamento e attrezzature per il magazzino e l’imballaggio.
- Spese di Gestione: Affitto del magazzino e utenze.
Si tratta di un’iniziativa che sfrutta le opportunità del digitale per valorizzare il territorio, un modello spesso citato come esempio di successo (Fonte: Invitalia).
Ricorda che la valutazione del progetto si basa su un Business Plan solido, che dimostri la sostenibilità economica e finanziaria, oltre alla coerenza tra l’attività proposta e il curriculum dei soci proponenti.
Domande Frequenti su Cosa Finanziare con Resto al Sud
Resto al Sud finanzia l’acquisto di veicoli, come furgoni o auto aziendali?
In generale, l’acquisto di automezzi è escluso dal finanziamento. Fanno eccezione solo i mezzi strettamente necessari al ciclo produttivo, ad esempio un furgone attrezzato per il trasporto in conservazione condizionata di alimenti (celle frigo). Per la maggior parte delle attività, l’acquisto di auto o furgoni generici non rientra tra le spese ammissibili.
Posso utilizzare Resto al Sud per ristrutturare la sede della mia futura attività?
Sì, le opere edili di ristrutturazione o manutenzione straordinaria sono ammesse, ma c’è un limite: non possono superare il 30% del programma di spesa complessivo. Questo per assicurare che la maggior parte dell’investimento sia destinata a macchinari, attrezzature, impianti e software, elementi chiave per l’avvio operativo.
Quali sono i settori di attività non ammessi al finanziamento?
L’incentivo Resto al Sud non finanzia le attività del settore agricolo (ad eccezione della trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura), del settore finanziario e alcune attività connesse alla Pubblica Amministrazione. Sono ammessi, invece, artigianato, industria, servizi alle imprese e persone, turismo, commercio e libere professioni.
È possibile finanziare le spese per il personale dipendente con Resto al Sud?
No, le spese relative al personale dipendente non sono ammesse al finanziamento, come specificato dalla normativa. Le risorse devono coprire gli investimenti strutturali e una parte limitata delle spese di gestione (massimo 20% del programma di spesa), come utenze, materie prime e affitti.
