Quando un Terreno Viene Considerato Bosco: Criteri Legali e Ambientali in Italia

Redazione Campania

La definizione di bosco non è intuitiva come potrebbe sembrare. Non basta la presenza di qualche albero perché un terreno venga classificato come tale. In Italia, la classificazione di un terreno come bosco è un aspetto cruciale con significative implicazioni legali, urbanistiche, ambientali e di gestione. Capire quando un terreno viene considerato bosco è fondamentale per proprietari, agricoltori, professionisti del settore e amministrazioni pubbliche.

Quando un Terreno Viene Considerato Bosco

Perché la Definizione di Bosco è Così Importante?

La corretta classificazione di un terreno come bosco ha conseguenze dirette su:

  • Vincoli: I boschi sono soggetti a vincoli paesaggistici, idrogeologici e spesso a regimi di tutela più stringenti rispetto ad altri tipi di terreno.
  • Gestione e Utilizzo: La possibilità di effettuare tagli, realizzare costruzioni, cambiare destinazione d’uso o praticare l’agricoltura è fortemente limitata o vietata nei boschi.
  • Contributi e Incentivi: Esistono contributi e agevolazioni specifiche per la gestione forestale sostenibile.
  • Responsabilità: I proprietari di boschi hanno specifici obblighi di gestione e prevenzione incendi.

La Definizione di Bosco in Italia: Il D.Lgs. 34/2018 (Testo Unico in Materia di Foreste e Filiere Forestali)

La normativa di riferimento a livello nazionale è il Decreto Legislativo 3 aprile 2018, n. 34, il “Testo Unico in materia di foreste e filiere forestali”, che ha abrogato e sostituito la precedente legge quadro in materia forestale (L. 35/2004). Questo decreto fornisce una definizione chiara e dettagliata:

L’Articolo 3, comma 3, del D.Lgs. 34/2018 stabilisce che: “Ai fini del presente decreto, per bosco si intende una superficie di terreno coperta da vegetazione forestale arborea e arbustiva, di origine naturale o artificiale, con copertura non inferiore al 20 per cento (densità dell’area coperta dalla proiezione verticale delle chiome degli alberi e arbusti), con un’ampiezza non inferiore a 2.000 metri quadrati e una larghezza minima di 20 metri.”

Analizziamo i criteri principali di questa definizione:

  1. Copertura (o Densitometria): Non inferiore al 20%
    • Questo è il criterio più importante e si riferisce alla densità delle chiome degli alberi e arbusti. Significa che almeno il 20% della superficie del terreno deve essere coperta dalla proiezione verticale delle chiome. Una zona con alberi molto diradati, quindi, potrebbe non essere considerata bosco.
  2. Superficie: Non inferiore a 2.000 metri quadrati
    • L’area minima che il raggruppamento di vegetazione deve occupare. Equivalente a 0,2 ettari. Terreni con alberi sparsi su superfici inferiori a questa soglia non rientrano nella definizione di bosco ai fini del decreto.
  3. Larghezza Minima: 20 metri
    • Una fascia alberata stretta, anche se molto lunga e con copertura densa, non è classificabile come bosco se la sua larghezza non raggiunge i 20 metri. Questo esclude, ad esempio, le alberature stradali o le siepi molto larghe.

Elementi che NON Rientrano nella Definizione di Bosco

Lo stesso Art. 3, comma 4, del D.Lgs. 34/2018 specifica chiaramente cosa non rientra nella definizione di bosco, anche se presenta vegetazione arborea o arbustiva:

  • Parchi e Giardini Urbani: Aree verdi all’interno di città, sebbene con alberi, non sono considerate bosco.
  • Arboricoltura da Legno (Colture Legnose Fuori Foresta): Piantagioni arboree a rapido accrescimento per la produzione di legname da opera o da energia, quando realizzate su terreni agricoli, sono considerate attività agricola e non forestale.
  • Frutteti, Uliveti, Castagneti da Frutto: Coltivazioni agricole specializzate.
  • Aree con Specie Arboree e Arbustive in Terreni Agricoli: Filiari, fasce tampone, siepi, fasce di protezione, macchie e formazioni arbustive.
  • Aree Pascolive: Con vegetazione arborea o arbustiva sporadica o limitata.
  • Terreni Abbandonati: Per i quali non si è ancora verificato il processo naturale di ricolonizzazione forestale (che li trasformerebbe in bosco solo dopo il soddisfacimento dei criteri di cui sopra).

La Rilevanza delle Leggi Regionali e dei Piani Forestali

È fondamentale notare che il Testo Unico nazionale fornisce una definizione quadro. Le Regioni hanno competenza in materia forestale e possono adottare proprie leggi regionali che, pur rispettando i principi nazionali, possono prevedere criteri leggermente diversi o più specifici per la classificazione del bosco, adattandoli alle peculiarità del proprio territorio.

Pertanto, per sapere con certezza se un determinato terreno è considerato bosco, è sempre necessario:

  1. Consultare il D.Lgs. 34/2018.
  2. Verificare la normativa regionale specifica in materia forestale (es. Leggi Forestali Regionali).
  3. Consultare i Piani Forestali Regionali o Locali: Questi piani mappano le aree boschive e definiscono le modalità di gestione.

Come Verificare se un Terreno è Bosco

Per un privato cittadino o proprietario, i passaggi per verificare la classificazione di un terreno sono:

  • Richiedere una Visura al Catasto: Sebbene il Catasto non sia probatorio per la proprietà, può dare un’indicazione della tipologia di coltura (es. “bosco ceduo”, “bosco di alto fusto”). Tuttavia, la classificazione catastale non è sempre aggiornata o sufficiente per la definizione legale.
  • Consultare gli Uffici Regionali/Provinciali preposti alla Forestazione: Sono gli enti competenti che detengono le mappe forestali e le informazioni precise.
  • Rivolgersi a un Tecnico Forestale o Agronomo: Un professionista può effettuare un sopralluogo, analizzare la vegetazione e la cartografia, e fornire una consulenza accurata sulla classificazione del terreno.

Conseguenze della Classificazione come Bosco

Una volta che un terreno è classificato come bosco, le implicazioni sono immediate:

  • Divieto di Disboscamento: Generalmente è vietato il taglio della vegetazione boschiva, salvo autorizzazioni specifiche e piani di taglio sostenibile.
  • Vincolo Idrogeologico: Spesso, la qualificazione di bosco comporta automaticamente l’applicazione di un vincolo idrogeologico, che limita ulteriormente gli interventi.
  • Vincolo Paesaggistico: I boschi sono considerati beni paesaggistici e la loro alterazione richiede autorizzazione della Soprintendenza.
  • Obblighi di Gestione: I proprietari sono tenuti alla gestione del bosco secondo principi di sostenibilità, prevenzione incendi e tutela della biodiversità.

Conclusione

La definizione di bosco in Italia è chiara ma articolata, basata su criteri di copertura, superficie e larghezza minima stabiliti dal D.Lgs. 34/2018 e specificati dalle leggi regionali. Comprendere quando un terreno viene considerato bosco è cruciale per la sua corretta gestione, la conformità normativa e la tutela del prezioso patrimonio forestale italiano. In caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi a un tecnico specializzato e agli uffici competenti.


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