Quello del risparmio è un tema di grande importanza per le persone e per le famiglie, tant’è che qualsiasi strategia dedicata alla gestione del budget personale/familiare prevede una percentuale più o meno consistente da destinare alla voce “risparmi”.

La logica di ciò non ha bisogno di particolari interpretazioni, è infatti noto che il risparmio è una riserva di denaro che può permetterci di realizzare vari obiettivi: gestione di emergenze finanziarie impreviste, realizzazione di piani futuri, indipendenza finanziaria nel periodo post-lavorativo, eventuale crescita patrimoniale ecc. Risparmiare quindi può aiutarci a ridurre un eventuale “stress finanziario”.
Le modalità di risparmio che si possono prendere in considerazione sono varie; alcuni esempi sono i certificati di deposito, i piani di risparmio assicurativi, i PAC (Piani di Accumulo del Capitale), i fondi pensionistici complementari ecc.
Un’altra interessante forma di risparmio è poi il cosiddetto conto corrente vincolato, una forma particolare di conto bancario che riassume in un unico conto le caratteristiche di un conto corrente e quelle di un conto di deposito vincolato. Cerchiamo di capire di cosa si tratta.
Cos’è un conto di deposito vincolato?
Un conto di deposito vincolato o, più semplicemente, conto vincolato è un prodotto bancario dedicato per lo più al risparmio, ma potrebbe essere considerato anche come una forma di investimento.
Il termine “vincolato” fa riferimento al fatto che il denaro depositato nel conto è soggetto a un vincolo temporale; ciò significa che il titolare del conto non può movimentare le somme presenti per un determinato periodo di tempo stabilito per contratto.
La durata di questo vincolo è variabile e di solito va dai 3 ai 36 mesi con durate intermedie quali 6, 12, 18 e 24 mesi, anche se le cose possono essere diverse fra un istituto di credito e l’altro.
Caratteristica principale del conto deposito è che la minore libertà di manovra del cliente nella movimentazione delle somme viene premiata con un tasso di interesse attivo più elevato rispetto a quello dei conti correnti, che non sono strumenti di risparmio, ma di gestione del denaro. Una volta terminato il vincolo, il cliente potrà movimentare le somme come meglio crede.
In questo caso stiamo parlando di un conto di deposito vincolato puro collegato a un conto corrente che funge da conto di appoggio.
Esiste però una forma particolare di conto bancario che riassume in un unico prodotto le caratteristiche del conto corrente e quelle del conto vincolato: il conto corrente vincolato.
Cos’è il conto corrente vincolato?
Il conto corrente vincolato è un prodotto bancario sia di gestione che di risparmio; esso infatti permette di vincolare una parte delle somme in esso presenti, lasciandone libere altre. È quindi un conto misto che prevede che una parte del denaro possa essere movimentato per le normali transazioni giornaliere e periodiche, mentre l’altra è soggetta a un vincolo temporale stabilito in precedenza; su questa somma viene corrisposto un tasso di interesse più elevato. Questo tasso è fisso e quindi non subirà alcuna variazione, a prescindere da quelle che sono le oscillazioni in alto o in basso del costo del denaro.
Una volta che il vincolo sarà terminato, il cliente potrà movimentare il denaro in assoluta libertà e, se lo ritiene opportuno, potrà anche decidere di vincolare una nuova somma.
In definitiva si tratta di un prodotto piuttosto versatile che riunisce in un unico conto la libertà del conto corrente con la capacità di risparmio che caratterizza il conto vincolato.