Londra, Roma e altre capitali del mondo reagiscono ai nuovi dazi annunciati dagli Stati Uniti. Il governo britannico, guidato dal primo ministro Keir Starmer, è pronto ad adottare misure concrete per difendere le imprese locali dalle conseguenze economiche delle politiche protezionistiche statunitensi.

Il Regno Unito alza il muro: “Pronti a usare la politica industriale”
In un editoriale pubblicato sul The Telegraph, Starmer ha sottolineato che Londra non resterà a guardare: “Useremo la politica industriale per proteggere l’economia britannica dalla tempesta”, ha dichiarato il premier. Possibili riforme d’emergenza, incentivi fiscali e taglio della burocrazia sono tra le opzioni sul tavolo per sostenere i settori più esposti all’impatto delle tariffe USA.
Pur ribadendo la volontà di raggiungere un accordo commerciale con gli Stati Uniti che includa esenzioni doganali, Starmer ha chiarito che la difesa degli interessi nazionali sarà prioritaria. “Non possiamo affidarci a vecchi modelli in un mondo che cambia così rapidamente”, ha aggiunto, annunciando l’intenzione di rafforzare la competitività interna del Paese.
Anche l’Italia si muove: Meloni pronta a sostenere le imprese
Anche il governo italiano si prepara a rispondere alla nuova sfida commerciale. In un videomessaggio ufficiale, la premier Giorgia Meloni ha confermato che l’Italia è pronta a intervenire con misure economiche o diplomatiche per tutelare i comparti industriali colpiti dai dazi. Non si esclude un pacchetto di incentivi o un piano di trattative bilaterali con Washington.
Reazioni globali: tra diplomazia, investimenti e nuove alleanze
Oltre a Regno Unito e Italia, numerosi altri Paesi hanno preso posizione di fronte alla politica commerciale statunitense:
- Taiwan ha scelto un approccio collaborativo, evitando misure di ritorsione. Il presidente Lai Ching-te ha dichiarato che l’obiettivo è ridurre le barriere commerciali, confermando comunque investimenti strategici negli USA, come quello di TSMC da 100 miliardi di dollari.
- Indonesia, la più grande economia del Sud-Est asiatico, ha annunciato che non si opporrà ai dazi e punta a una soluzione diplomatica. Il ministro Airlangga Hartarto ha confermato il sostegno governativo al settore tessile, uno dei più vulnerabili.
- India, per voce di un portavoce del governo di Narendra Modi, ha confermato l’intenzione di non introdurre dazi di ritorsione, ma di proseguire con il dialogo con gli Stati Uniti per cercare un accordo commerciale equilibrato.
- In Israele, il primo ministro Benjamin Netanyahu si prepara a un incontro diretto con Donald Trump. Sarà il primo leader straniero a discutere personalmente le nuove tariffe imposte dagli USA, con l’obiettivo di proteggere gli scambi bilaterali.
- La Cina, invece, ha già risposto in maniera decisa con contro-dazi e limitazioni alle esportazioni di sette metalli rari strategici, usati in settori ad alta tecnologia, mettendo pressione sull’intera filiera globale.
Un mondo in tensione: il commercio globale alla prova dei dazi
Secondo Kevin Hassett, direttore del National Economic Council statunitense, oltre 50 Paesi hanno già contattato Washington per avviare trattative. La nuova stagione dei dazi annunciata dall’amministrazione Trump sta generando un’ondata globale di reazioni, tra risposte unilaterali e tentativi di cooperazione diplomatica.
Conclusione
Il ritorno del protezionismo USA scuote gli equilibri internazionali e mette alla prova la tenuta delle economie globali. Se da un lato molti governi cercano il dialogo con Washington, dall’altro emerge una crescente volontà di rafforzare la resilienza interna e difendere le imprese strategiche.
Nei prossimi mesi si decideranno le nuove regole del commercio mondiale: tra accordi, scontri e trasformazioni industriali, la partita è appena cominciata.