Google ha intrapreso un’azione legale contro il Consumer Financial Protection Bureau (CFPB), definendo il recente ordine di supervisione emesso dall’agenzia come un chiaro esempio di “eccesso di potere governativo”. La controversia ruota attorno alla designazione di Google Payment Corp. sotto la supervisione del CFPB, una mossa che il gigante tecnologico contesta fermamente.

L’ordine del CFPB e il contesto della controversia
Il 6 dicembre, il CFPB ha annunciato un ordine di vigilanza su Google Payment Corp., dichiarando che l’entità soddisfa i criteri legali per essere posta sotto supervisione. Secondo il comunicato stampa dell’agenzia, l’ordine si basa su reclami dei consumatori e altri indicatori di rischio, ma non implica che Google Payment Corp. abbia commesso illeciti. Inoltre, il CFPB ha sottolineato che non è obbligato a condurre immediatamente un esame di supervisione sull’entità.
Il CFPB ha affermato che questa designazione mira a garantire che le società finanziarie, incluse quelle non bancarie, rispettino le leggi federali a tutela dei consumatori. Tuttavia, Google sostiene che questa mossa sia ingiustificata, in particolare considerando che i pagamenti peer-to-peer tramite Google Pay non sono più disponibili negli Stati Uniti.
La risposta di Google e l’azione legale
In una dichiarazione ufficiale, il portavoce di Google, José Castañeda, ha criticato l’ordine del CFPB, accusandolo di essere un “abuso di potere”. Google ha deciso di portare il CFPB in tribunale, citando anche il suo direttore, Rohit Chopra, nella causa.
“Questo è un chiaro caso di abuso del governo,” ha affermato Castañeda. “Il servizio di pagamenti peer-to-peer di Google Pay non ha mai sollevato rischi significativi e non è più attivo negli Stati Uniti. Stiamo contestando questa decisione in tribunale.”
Le implicazioni della supervisione del CFPB
L’azione del CFPB non è un evento isolato. A novembre, il Washington Post ha riportato che l’agenzia intendeva porre Google sotto una supervisione federale formale. Questa decisione potrebbe portare Google a essere soggetto a ispezioni regolari e controlli stringenti simili a quelli applicati alle principali banche.
Il CFPB ha dichiarato che tali esami di supervisione sono strumenti riservati progettati per aiutare le aziende a individuare e correggere potenziali violazioni legali. La maggior parte delle entità designate ha scelto di accettare la supervisione dell’agenzia, ma Google ha optato per la contestazione.
Un precedente per le aziende tecnologiche
Questa controversia rappresenta un potenziale punto di svolta per il rapporto tra regolamentatori e giganti tecnologici. L’espansione delle attività finanziarie da parte di aziende come Google, Amazon e Apple ha attirato una maggiore attenzione da parte delle autorità, che cercano di garantire che queste entità operino in conformità con le normative finanziarie.
Conclusione
La disputa tra Google e il CFPB evidenzia il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e regolamentazione. Mentre il CFPB sostiene che il suo intervento sia necessario per tutelare i consumatori, Google vede questa azione come un’invasione ingiustificata delle sue operazioni. L’esito di questa causa potrebbe non solo influenzare il futuro delle attività finanziarie di Google, ma anche stabilire un precedente significativo per l’intero settore tecnologico.