Vendite di birra in calo: maltempo e cambiamenti nei consumi tra i fattori principali

Redazione Campania

Le vendite di birra continuano a diminuire, segnando un ulteriore calo durante l’anno produttivo 2023/2024. Per la prima volta, il consumo pro capite di birra è sceso al di sotto della soglia simbolica dei 50 litri, un dato che riflette non solo condizioni climatiche sfavorevoli, ma anche cambiamenti nelle abitudini di consumo e sfide economiche per i birrifici.

Vendite di birra in calo maltempo e cambiamenti nei consumi tra i fattori principali

Un’annata segnata dal maltempo

Il maltempo ha avuto un ruolo chiave nel calo delle vendite di birra. La primavera piovosa ha ridotto le occasioni per gustare una birra all’aperto, influenzando negativamente il mercato. Secondo Marcel Kreber, direttore dell’Associazione Svizzera dei Birrifici (SBV), una primavera fredda e piovosa può determinare un anno difficile per la produzione di birra. Neanche eventi sportivi di grande richiamo, come le partite della nazionale svizzera di calcio agli Europei, sono riusciti a invertire la tendenza.

Il clima freddo e piovoso ha proseguito anche a settembre, con episodi come il festival della lotta sulla Schwagalp funestati da maltempo, scoraggiando i partecipanti dal consumo di birra.

Dati di mercato: un calo generalizzato

Secondo i dati pubblicati dall’SBV, la produzione complessiva di birra in Svizzera è scesa dell’1,6%, attestandosi a 4,5 milioni di ettolitri. La produzione nazionale ha registrato un calo dell’1,7% (3,5 milioni di ettolitri), mentre le importazioni sono diminuite dell’1,3%, fermandosi a 0,96 milioni di ettolitri. Le birre importate rappresentano ora il 21,4% del mercato totale, un dato significativamente inferiore rispetto al 26% di dieci anni fa.

Cambiamenti nelle abitudini di consumo

Un altro fattore che contribuisce al calo delle vendite è il cambiamento delle abitudini di consumo, in particolare tra le nuove generazioni. I giovani, segnati dalle chiusure dovute alla pandemia, mostrano un comportamento più selettivo nei consumi. Anche la scomparsa della tradizionale cultura delle tavole sociali, dove la birra era un elemento centrale, ha avuto un impatto significativo.

La ristorazione, che un tempo rappresentava quasi il 39% delle vendite di birra, ora contribuisce solo per un terzo al mercato complessivo, segnando un netto calo rispetto ai livelli pre-pandemia.

Un mercato in evoluzione: crescono le birre analcoliche

In controtendenza rispetto al calo generale, le birre analcoliche stanno guadagnando terreno. Lo scorso anno, le vendite di birre analcoliche sono aumentate del 12%, raggiungendo 0,31 milioni di ettolitri. Queste rappresentano ora il 7% del mercato complessivo, rispetto al 6,1% dell’anno precedente, dimostrando una crescente preferenza per opzioni meno alcoliche tra i consumatori.

Consumo pro capite in declino

Il consumo pro capite in Svizzera è sceso per la prima volta sotto i 50 litri, un dato significativo se confrontato con il passato: nel 1990/91, il consumo medio era di 71 litri pro capite. Sebbene inferiore rispetto ai dati della Germania (88 litri) e dell’Austria (102 litri), la Svizzera è molto lontana dal primato della Repubblica Ceca, dove si registrano 136 litri pro capite.

Sfide per i birrifici svizzeri

Il numero di birrifici in Svizzera è sceso a 1.192 nel 2023, rispetto al picco di 1.278 nel 2021. Dopo decenni di crescita costante, diversi microbirrifici hanno chiuso a causa dei costi elevati delle materie prime e dell’energia, aggravati dalla pandemia e dal conflitto in Ucraina. La soglia di produzione annuale per essere classificati come birrifici è fissata a 400 litri, e molti piccoli produttori stanno lottando per sopravvivere in questo scenario economico complesso.

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