I dazi doganali sono strumenti fiscali che regolano il commercio internazionale, ma chi li paga davvero? Consumatori, importatori o esportatori? Scopriamo chi sostiene i costi reali e quali sono le conseguenze economiche di queste tariffe.

Cos’è un dazio doganale?
Un dazio doganale è una tassa imposta da uno Stato sui beni importati (e, più raramente, esportati). Il suo scopo può essere:
- Proteggere l’economia locale, rendendo i prodotti esteri meno competitivi.
- Generare entrate per lo Stato.
- Bilanciare disaccordi commerciali, come nelle guerre dei dazi tra Paesi.
Ma chi paga effettivamente questa tassa? La risposta può variare in base al contesto economico e alla filiera coinvolta.
Chi paga i dazi doganali: la risposta breve
I dazi doganali sono pagati dall’importatore, cioè l’azienda o la persona che introduce merci nel Paese che ha applicato la tariffa. Tuttavia, il costo finale può ricadere sul consumatore, tramite un aumento dei prezzi.
Come funziona il pagamento dei dazi nella pratica
Quando una merce arriva in dogana, l’importatore deve:
- Dichiarare il valore e l’origine del prodotto.
- Pagare il dazio secondo le aliquote stabilite.
- Ritirare la merce solo dopo il pagamento.
Se, ad esempio, un’azienda italiana importa componenti elettronici dagli Stati Uniti e l’UE applica un dazio del 10%, l’importatore pagherà il 10% in più sul valore dichiarato della merce.
Ma questo costo può:
- Essere assorbito dall’impresa, riducendo il margine di profitto.
- Trasferirsi al consumatore finale, con un aumento del prezzo del prodotto.
- Innescare cambi di strategia, come cercare fornitori in Paesi senza dazi.
E l’esportatore? Paga qualcosa?
No. L’esportatore non paga direttamente il dazio. Tuttavia, può subire conseguenze indirette:
- Diminuzione della domanda, se i prezzi aumentano nel Paese importatore.
- Perdita di competitività rispetto ad altri esportatori internazionali.
Dazi e consumatori: un impatto spesso sottovalutato
In molti casi, i consumatori non sono consapevoli di pagare i dazi, ma ne subiscono gli effetti. I prodotti soggetti a tariffe diventano più costosi, e le imprese tendono a trasferire almeno una parte di quel costo sul prezzo di vendita.
Negli ultimi anni, durante le guerre commerciali tra USA, UE e Cina, i settori più colpiti sono stati:
- Alimentare (soia, mais, formaggi)
- Automobilistico
- Tecnologia (smartphone, laptop, microchip)
- Farmaceutico (nuove tariffe annunciate nel 2025)
Esempio pratico: l’iPhone e i dazi USA-Cina
Nel periodo di tensione commerciale tra Stati Uniti e Cina, molte aziende tecnologiche hanno dovuto affrontare nuovi dazi. Apple, ad esempio, non ha pagato direttamente le tariffe imposte sugli iPhone prodotti in Cina, ma i fornitori e gli assemblatori cinesi hanno aumentato i costi. Questi, a loro volta, sono stati parzialmente trasferiti sui consumatori americani, con un lieve aumento dei prezzi o la riduzione di sconti.
Dazi e aziende: come affrontarli?
Le imprese che importano devono adottare strategie mirate per ridurre l’impatto dei dazi:
- Rinegoziare i contratti con i fornitori
- Diversificare i Paesi d’importazione
- Usare zone franche o regimi doganali speciali
- Rivedere i prezzi di listino
In alcuni casi, l’uso intelligente di accordi commerciali internazionali, come l’USMCA o i trattati bilaterali UE-Asia, permette l’abbattimento o l’eliminazione totale dei dazi.
Conclusione
Chi paga i dazi doganali? In sintesi:
- Pagatore diretto: l’importatore.
- Pagatore indiretto: il consumatore, se il costo viene trasferito sul prezzo finale.
- Danneggiato potenziale: l’esportatore, se perde quote di mercato.
I dazi doganali non sono semplici tasse sul commercio: hanno effetti a catena su prezzi, filiere produttive e strategie economiche. Conoscere il loro funzionamento è fondamentale, sia per le aziende che per i consumatori.