L’imposizione di nuovi dazi commerciali da parte degli Stati Uniti preoccupa profondamente l’Italia. Il governo guidato da Giorgia Meloni e Confindustria, la principale associazione delle imprese italiane, hanno avvertito che le nuove tariffe volute da Donald Trump potrebbero colpire duramente le esportazioni italiane e compromettere ulteriormente una crescita economica già fragile.
Meloni: “Dazi USA, impatto pesante sull’industria italiana”
Durante un evento a Roma dedicato alla cucina italiana, la premier Giorgia Meloni ha dichiarato che l’introduzione di nuove tariffe da parte degli USA “avrebbe pesanti ripercussioni sui produttori italiani”, lasciando intendere che l’Italia potrebbe valutare “risposte adeguate” per proteggere il proprio sistema produttivo, pur senza specificare quali.
Secondo Eurostat, nel 2024 l’Italia ha registrato un surplus commerciale con gli USA di 39 miliardi di euro, il terzo più elevato nell’intera area euro, segno di una forte dipendenza dal mercato americano per numerosi settori strategici.
Economia italiana in rallentamento: previsioni riviste al ribasso
A preoccupare ulteriormente è il quadro economico interno. Secondo Confindustria, la crescita del PIL italiano nel 2024 si attesterà appena allo 0,6%, la metà dell’obiettivo fissato dal governo e in calo rispetto alla stima precedente dello 0,9%.
L’economia italiana ha registrato una crescita dello 0,7% sia nel 2023 che nel 2024, con un’espansione marginale dello 0,1% nell’ultimo trimestre del 2024. Gli analisti non prevedono un’inversione di tendenza a breve, e un’escalation commerciale con gli Stati Uniti potrebbe peggiorare ulteriormente lo scenario.
I settori più esposti ai dazi USA
Nel mirino delle possibili nuove tariffe doganali statunitensi ci sono diversi settori chiave per il made in Italy. In particolare, potrebbero essere fortemente penalizzati:
- Industria farmaceutica
- Settore automotive
- Macchinari industriali
- Moda e accessori
- Agroalimentare
- Settore vinicolo
Le imprese che dipendono maggiormente dall’export verso gli USA rischiano gravi danni economici e una perdita di competitività sui mercati globali.
Confindustria: “Guerra commerciale, uno scenario da evitare”
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha espresso preoccupazione per il rischio che l’Italia diventi una delle principali vittime collaterali di una nuova guerra commerciale. Secondo lo scenario peggiore delineato dal centro studi dell’associazione, una tariffa permanente del 25% sulle importazioni e una ritorsione sui prodotti europei porterebbero la crescita italiana a crollare fino allo 0,2% nel 2024.
Meloni e il governo puntano sul dialogo con Trump
Nonostante la tensione, l’Italia sembra mantenere una linea diplomatica prudente. Giorgia Meloni, che ha sempre mantenuto un buon rapporto con Donald Trump, evita toni troppo aggressivi. Anche il ministro per gli Affari europei, Tommaso Foti, ha ribadito la necessità di evitare reazioni istintive: “Non serve un occhio per occhio. Serve dialogo”.
Conclusione
I dazi americani rappresentano una nuova minaccia per l’economia italiana, che già fatica a trovare slancio. Le esportazioni verso gli USA sono un pilastro del PIL nazionale, e un incremento delle tariffe potrebbe generare effetti a catena su occupazione, produzione e investimenti. Il governo e le imprese invocano prudenza, ma la posta in gioco è alta e il rischio di una crisi commerciale globale è più concreto che mai.
