Ethereum è un investimento finito? Gli analisti si dividono sul futuro dell’ETH

Redazione Campania

Negli ultimi mesi, Ethereum (ETH), la seconda criptovaluta per capitalizzazione di mercato, è finita al centro di un acceso dibattito tra analisti ed esperti del settore. A far discutere è il suo rendimento, giudicato deludente come asset di investimento, nonostante l’indubbia utilità della rete blockchain sottostante.

Ethereum è un investimento finito Gli analisti si dividono sul futuro de ETH

Ethereum non è più redditizio? Le accuse di Lekker Capital

Uno dei commenti più critici arriva da Quinn Thompson, fondatore del macro hedge fund Lekker Capital, che ha dichiarato senza mezzi termini: “ETH è morto come investimento“. Secondo Thompson, Ethereum soffre di un calo evidente su più fronti: riduzione dell’attività transazionale, bassa crescita di nuovi utenti, calo delle commissioni e ricavi in netto declino.

Pur riconoscendo che Ethereum mantiene una forte utilità come rete decentralizzata per lo sviluppo di applicazioni e contratti intelligenti, Thompson è convinto che non offra più valore agli investitori.

“Come infrastruttura ha senso. Ma dal punto di vista finanziario, oggi ETH non rappresenta alcuna opportunità,” ha dichiarato.

Il problema delle reti Layer 2 e la tokenizzazione incontrollata

Anche Nic Carter, co-fondatore della piattaforma Coinmetrics e partner presso Castle Island Ventures, ha espresso opinioni simili. Per Carter, Ethereum è vittima della sua stessa espansione: l’enorme proliferazione di token e reti di livello 2 (Layer 2) ha eroso il valore della blockchain principale, drenando risorse e attenzione.

Carter ha affermato che ETH è stato letteralmente “sepolto sotto una valanga di token“, e che la community ha favorito un sistema in cui la creazione infinita di token è diventata la norma, creando squilibri economici e percezioni negative tra gli investitori istituzionali.

Un ecosistema frammentato e una comunità divisa

Il dibattito si fa ancora più acceso se si considerano le dinamiche interne all’ecosistema Ethereum. Secondo i critici, molte delle scelte strategiche recenti sono state guidate più dall’interesse economico degli sviluppatori che da una visione a lungo termine della sostenibilità.

Alcuni analisti sottolineano come l’abbondanza di protocolli di staking e restaking abbia favorito la speculazione e una concentrazione di ricchezza nei team di sviluppo, a discapito della stabilità della rete. E oggi, con il mercato in calo, pochi sembrano disposti a fare autocritica.

ETH sotto pressione anche sul mercato

A rafforzare queste critiche c’è il dato più semplice: il prezzo di Ethereum. Al momento della stesura dell’articolo, ETH è scambiato intorno a 1.830 dollari, segnando un calo di circa il 50% rispetto all’anno precedente. Un trend che alimenta ulteriormente lo scetticismo sulla sua tenuta come investimento a medio-lungo termine.

Il confronto con Solana, Bitcoin e le nuove chain

Un altro elemento emerso nel dibattito è il ruolo dei venture capitalist, che secondo alcuni analisti avrebbero progressivamente abbandonato Ethereum in favore di nuove blockchain Layer 1 da promuovere verso il pubblico retail. L’obiettivo? Capitalizzare su nuovi trend, piuttosto che sostenere l’ecosistema ETH nel suo complesso.

Alcuni osservatori si spingono oltre, affermando che Ethereum rappresenta ciò che Bitcoin vorrebbe essere, ma meglio strutturato. Un’affermazione provocatoria che riflette le tensioni tra le varie fazioni della community crypto.


Conclusioni: Ethereum è davvero un asset “morto”?

Sebbene Ethereum continui a essere una delle piattaforme blockchain più utilizzate al mondo, il dibattito sul suo valore come asset d’investimento resta acceso. Tra cali di prezzo, frammentazione interna e perdita di appeal per gli investitori istituzionali, il futuro dell’ETH come investimento è tutt’altro che certo.

Tuttavia, la sua resilienza tecnologica, la flessibilità della rete e l’ampia adozione potrebbero ancora rappresentare elementi chiave per una ripresa. La domanda vera è: Ethereum saprà reinventarsi prima che sia troppo tardi?

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