Oro ai massimi storici: vola oltre i 3.080 dollari spinto dalle tensioni globali

Redazione Campania

L’oro torna protagonista sui mercati internazionali, registrando un nuovo massimo storico a 3.086,82 dollari l’oncia, spinto da un mix di fattori economici e geopolitici. La crescente incertezza legata alla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, unita a un calo del dollaro e a un’inflazione USA che non accenna a diminuire, ha rafforzato l’appeal del metallo prezioso come bene rifugio.

Oro ai massimi storici vola oltre i 3.080 dollari spinto dalle tensioni globali

Nella giornata di venerdì, l’oro ha continuato a guadagnare terreno, salendo dello 0,45% e attestandosi a 3.070,9 dollari l’oncia nel primo pomeriggio europeo. Il rialzo è stato sostenuto in parte dalle recenti dichiarazioni del presidente Donald Trump, che ha annunciato nuovi dazi doganali sulle auto non prodotte negli Stati Uniti, ampliando così lo spettro delle tensioni commerciali dopo le misure già applicate su acciaio, alluminio e prodotti cinesi.

Oro bene rifugio in tempi di incertezza

Secondo Susannah Streeter, analista di Hargreaves Lansdown, uno dei motivi principali dell’ascesa dell’oro è la sua funzione storica di protezione contro l’inflazione. A rafforzare il trend, anche le preoccupazioni legate al conflitto in Ucraina e le continue operazioni di acquisto di lingotti da parte delle banche centrali, che cercano di diversificare e rafforzare le proprie riserve.

Dollaro in discesa nonostante l’inflazione USA

Sul fronte valutario, il dollaro ha mostrato segni di debolezza nonostante i dati sull’inflazione core (indice PCE), che ha raggiunto il 2,8% su base annua a febbraio, superando le attese e salendo rispetto al 2,7% di gennaio. Questo indice, monitorato da vicino dalla Federal Reserve, segnala una persistente pressione sui prezzi.

Tuttavia, il dollaro USA ha perso lo 0,21% rispetto all’euro, scendendo a quota 1,0825, complice l’indebolimento dei dati macroeconomici e le aspettative di un possibile taglio anticipato dei tassi d’interesse da parte della Fed. Una mossa che potrebbe rientrare in una strategia per contrastare un eventuale scenario di stagflazione, ovvero un periodo caratterizzato da alta inflazione e crescita economica debole.

Secondo Fawad Razaqzada di StoneX, il mercato starebbe già scontando una politica monetaria più accomodante, mentre altri esperti, come Stephen Innes di SPI AM, restano cauti sulle dichiarazioni di Trump, definendole potenzialmente temporanee e strategiche.

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